L’Aura (non solo) Emicranica

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“C’è un’aura di mistero”, “c’è un’aura di delitto”, “c’è un’aura di pericolo“, ma anche “c’è un’aura incantata”, eppoi c’è l’emicrania con aura. Ma: quest’aura che sarebbe?

Una di per sé non meglio definita sensazione/percezione di “qualcosa” di immanente, seppur non ancora concretamente presente ai 5-sensi usuali.

L’aura, che in campo figurativo è divenuta nota piuttosto col suo diminutivo aureola, venne nei tempi più antichi indicata come “nimbo” (alias nembo): quell’alone luminoso che denotava il disco solare ovvero il potere del Sole, attributo quindi dei relativi Dei.

L’aura simboleggiò inizialmente, e al caso tuttora, la «radiosità e la potenza divina costituite dal fuoco e dall’oro dell’energia solare/divina, la luminosità emanata dal Sacro».

Conseguentemente «la santità, la gloria, il genio, la virtù, la luce trascendentale della saggezza e della conoscenza, emanazione della forza vitale contenuta nella testa».

L’aura emicranica arriva così ad apparentarsi con quella “tenacia di farcela, e con successo” spesso accreditata ai cefalalgici più gravi e cronici. Il “cerchio della gloria”/aureola come apologo, allora, del doloroso semicerchio alla testa della patologia emicranica.

Il nimbo appare  – nel trascorrere dei tempi, dei luoghi, delle culture – giallo, azzurro e/o nei colori dell’arcobaleno: rosso per Buddha, azzurro per Zeus/Giove, infuocato-fiammeggiante per Shiva.
Magari possa essere di qualche morale consolazione sapere che nell’aura emicranica si va a concentrare e articolare tutto ciò: non solo un feroce mal di testa.

«Nella persona aureolata – si riteneva e si volle significare– la sua parte più elevata ha preso la preponderanza: è l’essere compiuto, unificato verso l’Alto».

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Sergio Angeletti

Presidente vicario dell'ASMI­ - Associazione Stampa Medica Italiana nell'FNSI­ - Federazione Nazionale Stampa Italiana. Maggiori info sul nostro collaboratore