La farmacia del mare

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Sono numerose ormai le specie animali, marine e terresti, a venire utilizzate in farmacologia e neurologia per le proprietà dei loro veleni o di altre sostanze, aprendo la strada a nuove terapie e strumenti diagnostici in medicina.

Adesso, sul filone della tetrodotossina, il veleno dei pesci palla 160.000 volte più potente del curaro, i neurofarmacologi e i neurofisiologi usano la conotossina, il veleno prodotto dalle specie tropicali più grosse del genere di conchiglie Conus. Dal 1844, quando si è cominciato a tenerne un registro ufficiale, sono una sessantina le persone uccise dai Conus, trafitte dai dentini-freccette che sputano dalle loro proboscidi-cerbottana. È una morte atroce perché si tratta di un veleno “algesiogeno”, capace cioè di scatenare puro dolore di intensità assoluta.

I coni

La loro omega-conotossina interviene in questi casi a livello dei centri cerebrali preposti alla rilevazione della sofferenza, provocandone un picco tanto elevato da indurre l’organismo a liberarsene disinserendo i propri circuiti: così il decesso avviene per sincope cardio-respiratoria.

Questa tossina è di fatto un peptide che agisce “strozzando” le cellule nervose, ossia occludendo nelle loro membrane gli specifici canali ionici per il necessario afflusso-ricambio di calcio biochimicamente attivo. Per entrare più in dettaglio, blocca selettivamente i canali VOC (voltage operatine channels, canali che operano in base alla differenza di potenziale) di tipo N (ossia neuronali, perché presenti esclusivamente nei neuroni), i quali per attivarsi richiedono normalmente forti correnti bioelettriche di depolarizzazione, che però il veleno dei Conus interrompe.

La farmacologia marina

La disponibilità della conotossina sta permettendo di analizzare, mirare e dosare meglio le terapie neurologiche e cardioneurologiche con i farmaci calcio-antagonisti già in uso, ad esempio, per l’ipertensione arteriosa e le cefalee.

Usando questa tossina a dosi infinitesime (milionesimi di grammo) per bloccare questo o quel neurone, o gruppo di neuroni, per istantanee frazioni di tempo è possibile studiare le connessioni nervose agendo come un elettricista che, ignorando lo schema di un impianto, ne interrompa alternativamente i vari contatti constatando via via quali collegamenti restino esclusi, ricostruendo in tal modo lo schema del loro reticolo funzionale.

Anche le lumache di terra tornano utili alla medicina

Uscendo dal bacino della Farmacologia marina, passando nel campo dei Molluschi terrestri: dalle comuni chiocciole care ai ghiottoni è possibile ricavare sostanze utili per campionare il sangue trasfusionale determinandone rapidamente ‘sul campo’, ma con precisione notevole, il gruppo. Infatti in diverse specie sono state identificate particolari proteine, le agglutinine, studiate dal farmacologo giapponese Hideo Sawada (con la collaborazione di chi scrive) che reagiscono selettivamente con il sangue umano dei diversi gruppi.

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Sergio Angeletti

Presidente vicario dell'ASMI­ - Associazione Stampa Medica Italiana nell'FNSI­ - Federazione Nazionale Stampa Italiana. Maggiori info sul nostro collaboratore