Occhi sul Diabete

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diabetes day
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Inizia oggi la settimana di iniziative che, dal 7 al 13 Novembre, si terranno in occasione della Giornata Mondiale del Diabete in tutta Italia. Lo slogan di quest’anno è “Occhi sul Diabete”, perchè prevenire e diagnosticare precocemente il Diabete è il miglior modo per combatterlo.

 

 

In Italia si calcolano 3 milioni di persone con diabete di tipo 2 diagnosticato (6,2% della popolazione), 1 milione di persone con diabete di tipo 2 non diagnosticato (1,6% della popolazione) e 2,6 milioni di persone (4,3% della popolazione) con difficoltà a mantenere le glicemie nella norma.

 

Cos’è il diabete

Il diabete è una malattia caratterizzata da aumento nel sangue dei livelli di glucosio (zucchero; la glicemia) a causa di un deficit nella produzione e nel controllo della quantità e, spesso, nell’efficacia biologica dell’insulina, l’ormone che controlla la glicemia nel sangue e che viene prodotto dal pancreas. 

Il diabete non è una malattia contagiosa, infatti vivere con un diabetico non influenza la possibilità di sviluppare la patologia. Il diabete non è nemmeno una malattia ereditaria, nel senso che, tranne che per poche varietà molto rare (es. MODY), non c’è un passaggio inevitabile della malattia da una generazione ad un’altra. Esiste però una predisposizione familiare, soprattutto in caso di diabete tipo 2, per cui coloro che hanno un diabetico fra i parenti di primo grado (genitori, fratelli) presentano un rischio di ammalarsi superiore rispetto a chi non ha parenti con la malattia.

Il paziente diabetico che segue con costanza la terapia adeguata e adotta stili di vita sani ha, di norma, una aspettativa di vita pari a quella delle persone non diabetiche

Diabete tipo 1 e 2
Il diabete di Tipo 1 si verifica prevalentemente in età pediatrica, più raramente negli adulti e negli anziani, ed è determinato da un’alterazione a livello del pancreas, la ghiandola che produce l’insulina. Questo comporta, venendo a mancare l’insulina, un aumento dei livelli di glicemia presenti nel sangue (iperglicemia)
All’origine della malattia, nella maggior parte dei casi, vi è un processo autoimmune di produzione di anticorpi, che vanno a lesionare il pancreas.

Si tratta di una patologia a predisposizione familiare. Infatti, fino a un certo punto l’organismo sopperisce, poi scoppia la malattia, che si manifesta con dei sintomi importanti quali: sete eccessiva, necessità frequente di urinare, alito che sa di acetone, rapido dimagrimento e svogliatezza. Il diabete di tipo 1 nei ragazzi si sviluppa nel giro di pochi mesi, mentre negli adulti ha un’evoluzione più lenta. 

Il diabete di Tipo 2 è la forma più frequente di diabete, si manifesta generalmente dopo i 40 anni, soprattutto in persone sovrappeso/obese ed in popolazioni particolarmente predisposte (bangladesh, ispanici, persone di colore, filippini). 
La sua evoluzione è lenta e priva di sintomi, ma i segnali possono essere intercettati anche con dieci anni di anticipo. L’organismo, infatti, perde gradualmente la capacità di controllare i livelli di glucosio nel sangue a causa di un malfunzionamento dell’insulina. Si verifica dunque una discrepanza tra l’insulina prodotta e quella necessaria
La familiarità è molto più elevata che non nel diabete di tipo 1 e almeno un terzo dei pazienti diabetici non è consapevole di esserlo. In questo caso si parla di diabete misconosciuto: la persona per anni continua a non avere sintomi, a non avere fastidi, e non facendo alcuna indagine non viene a conoscenza del problema, che però esiste. 

Il diabete in Italia
I dati diffusi dal rapporto dell’osservatorio ARNO 2015 evidenziano come nel nostro Paese il 6,2% della popolazione soffra di diabete, si tratta di circa 3 milioni di italiani. Oltre a questi, un altro milione di italiani ha il diabete, ma non ne è a conoscenza. La stima complessiva è di circa 8% della popolazione, tra noti e misconosciuti e nei prossimi venti anni potremmo arrivare al 10%. 

Prevenire il diabete

«È necessario educare i più piccoli ad uno stile di vita sano, – spiega Diabete Italia Onlus – abituandoli a svolgere attività fisica in modo regolare tutti i giorni. Bisogna combattere la sedentarietà. Quindi puntare su una corretta alimentazione, preferendo i cibi semplici, a km zero, eliminando tutto ciò che è molto ricco di grassi, come ad esempio le merendine. Abitudini da mantenere anche crescendo, evitando per di più di saltare i pasti, a partire dalla prima colazione. Insieme al controllo del peso, all’attività fisica e ad un’alimentazione sana, dopo i 40 anni è doveroso controllare la glicemia ogni 2-3 anni in rapporto al tipo di rischio. La prevenzione è fondamentale, con un controllo periodico si evitano anche complicanze importanti che possono incidere sulla qualità della vita. Con la Giornata mondiale del diabete vogliamo sensibilizzare la popolazione. Il diabete esiste, bisogna curarlo, con il supporto dello Stato, delle Istituzioni, ma è anche fondamentale impegnarsi in prima persona».

 

Fonti:
Diabete Italia Onlus: www.diabeteitalia.it
Giornata Mondiale del Diabete 2016: giornatadeldiabete.it