La Dott.ssa Adele Sparavigna svela perché l’approccio convenzionale spesso fallisce e come una “dieta cosmetica” può cambiare le regole del gioco.
di Monica Mazzoleni
L’acne. Una parola che evoca frustrazione, specchi evitati e innumerevoli tentativi di cura. È una delle patologie cutanee più diffuse e discusse, eppure, nonostante l’apparente abbondanza di informazioni, rimane un problema più attuale che mai, colpendo non solo adolescenti ma un numero crescente di adulti, soprattutto donne. Ma perché, con un arsenale di farmaci e prodotti a disposizione, l’acne è ancora così difficile da sconfiggere?
Secondo la Dottoressa Adele Sparavigna, medico, dermatologa e direttrice dell’Istituto di Ricerche Cliniche Derming di Milano, la risposta risiede in un radicale cambio di prospettiva. Per anni abbiamo combattuto la battaglia sbagliata, con le armi sbagliate.
Le Armi Convenzionali: Efficaci ma a Doppio Taglio
L’approccio farmacologico standard all’acne, spiega la Dott.ssa Sparavigna, si basa principalmente su tre pilastri, ognuno con importanti criticità.
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L’Isotretinoina (Vitamina A acida): Nata come terapia d’urto per i casi più gravi, oggi viene prescrritta con troppa leggerezza. Sebbene efficace nell’immediato, il suo profilo di rischio è notevole: è un farmaco teratogeno (pericoloso in gravidanza), può interferire con lo sviluppo osseo negli adolescenti e alcuni studi lo collegano a un aumento del rischio di depressione. Inoltre, la pelle tende a sviluppare una resistenza, rendendo necessari cicli di trattamento ripetuti.
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Gli Antibiotici: Assunti per periodi prolungati (dai 3 ai 6 mesi), rappresentano un approccio concettualmente superato. “Con quello che sappiamo oggi sul microbiota intestinale e cutaneo,” afferma la dottoressa, “è un controsenso distruggere cronicamente l’equilibrio della flora batterica che è fondamentale per la salute della nostra pelle e del nostro organismo”.
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I Contraccettivi Orali (la “pillola”): Per le donne, la pillola può mascherare efficacemente il problema, ma raramente lo risolve. Spesso, non appena si interrompe l’assunzione, l’acne si ripresenta. Questo perché la pillola agisce sul sintomo ormonale, ma non sulla causa a monte, che molto spesso è di natura metabolica. “Non è raro,” spiega Sparavigna, “che dietro a squilibri come la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) ci sia una condizione di prediabete o insulino-resistenza. L’acne, in questo caso, è un campanello d’allarme che la nostra pelle ci invia per segnalare un problema più profondo. Ignorarlo con un farmaco è come silenziare una sirena antincendio invece di spegnere le fiamme”.
Il Vero “Nemico” si Nasconde nel Nostro Bagno
Se i farmaci tradizionali sono spesso una soluzione temporanea o problematica, dove si nasconde la vera causa? Secondo la Dott.ssa Sparavigna, nella maggior parte dei casi, il colpevole è più vicino di quanto pensiamo: si trova nel nostro armadietto del bagno.
Il concetto chiave è quello che lei definisce “dieta cosmetica”. Viviamo in un’epoca di sovraccarico cosmetico. Sulla scia di mode nate sui social media, soprattutto durante la pandemia, siamo stati travolti da routine di skincare con innumerevoli passaggi e prodotti. “Ho ragazze che usano quotidianamente anche 16 prodotti diversi sul viso”, racconta.
Questo eccesso crea due problemi fondamentali:
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L’Effetto Accumulo: Ogni singolo cosmetico può rispettare i limiti di legge per la concentrazione di un ingrediente. Ma quando applichiamo dieci prodotti diversi che contengono lo stesso ingrediente, la dose totale che la nostra pelle assorbe può superare di gran lunga la soglia di sicurezza, portando a irritazioni e infiammazioni.
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Gli Ingredienti Sbagliati: E qui arriva la rivelazione più scioccante. Moltissimi prodotti sul mercato, inclusi quelli specificamente formulati “per l’acne” e venduti in farmacia, contengono ingredienti che possono peggiorare o addirittura causare l’acne. Si tratta spesso di sostanze a basso costo, onnipresenti, che servono più a migliorare la texture e la stabilità del prodotto che a curare la pelle dell’utilizzatore.
La Soluzione: Meno è Meglio (ma Giusto)
Come orientarsi in questa giungla di formulazioni? La risposta non è smettere di usare cosmetici, ma imparare a scegliere. Questa esigenza ha spinto la Dott.ssa Sparavigna a creare, insieme a sua figlia, la piattaforma online Dermaelf.
Il team ha condotto un lavoro “oceanico”: analizzare oltre 10.000 ingredienti cosmetici per creare una “blacklist” di sostanze da evitare assolutamente per chi ha la pelle a tendenza acneica. Sfruttando un’intelligenza artificiale proprietaria, la piattaforma offre gratuitamente un’analisi personalizzata: l’utente risponde a un quiz e riceve una mail con la skincare routine ideale, composta da prodotti già esistenti sul mercato, accuratamente selezionati perché privi degli ingredienti “proibiti”.
“La mia filosofia è semplice,” conclude la Dott.ssa Sparavigna. “Non chiedetemi cosa uso per la mia pelle, chiedetemi cosa non uso. La vera cura inizia dall’eliminazione del superfluo e del dannoso”.
I pilastri di una routine sana sono pochi e chiari: una detersione delicata (spesso un latte detergente è preferibile a prodotti schiumogeni aggressivi), una buona idratazione e un’adeguata protezione solare. La chiave è scegliere prodotti con formule semplici, pochi ingredienti e, soprattutto, privi di quegli agenti occlusivi e infiammatori che, a nostra insaputa, sabotano ogni nostro sforzo. Imparare a leggere le etichette e a diffidare delle mode è il primo, fondamentale passo per riprendere il controllo della nostra pelle e, in definitiva, della nostra salute.
Monica Mazzoleni
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