Ecco come il marketing banalizza le cure per vendere di più

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marketing e salute
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Parla il Presidente Emerito della Società Europea di Pneumologia.

 

Come fanno i medici ad aggiornarsi sulle novità? Generalmente partecipando ai congressi. 
Da chi vengono organizzati i congressi? Da società scientifiche finanziate dalle aziende farmaceutiche.

È normale che sia così e non c’è nulla di male. Fino ad oggi la medicina è evoluta proprio con questi criteri. È tuttavia evidente che il rischio di conflitto d’interessi sia alto e che, è inutile nasconderlo, a volte gli interessi economici vadano a sovrascrivere se non manipolare.

È un argomento delicato che deve essere affrontato con persone qualificate, che ci mettono la faccia e la loro professionalità nonché credibilità. Abbiamo incontrato a tal proposito il prof. Luigi Allegra, Presidente emerito della Società Europea di Pneumologia che ci ha spiegato cos’è la BPCO (BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva), una condizione patologica che riguarda il 4,8% della popolazione mondiale e rappresenta un costo di circa 2.100 miliardi di dollari all’anno

Lasciamo la parola al professor a Allegra.

«Esiste oggi un acronimo che ormai è diffuso e conosciuto, ma all’origine era abbastanza misterioso. Si tratta di BPCO (BrocnoPneumopatia Cronica Ostruttiva)». 

Perché questo acronimo quando ancora 20 anni fa, dietro questa dizione comune, si elencavano 7 diverse forme?

«Perché certe pulsioni e certe semplificazioni – spiega Allegra – sono dovute anche a fatti commerciali. La possibilità di far diventare la stragrande maggioranza dei pazienti ammalati di malattie croniche ostruttive sotto un’unica etichetta porta come conseguenza che sono curati tutti con un’unica terapia. Il che vuol dire grande facilitazione, semplificazione, grande banalizzazione dell’aggressione terapeutica che così facendo è alla portata di tutti gli specialisti senza troppe sottigliezze. Ma a pagare questa condizione è il paziente, perché identificare nell’ambito della BPCO quale paziente ha B P C (BroncoPneumopatia Cronica) od O (Ostruttiva) è stato sempre indispensabile, in quanto le terapie non dico che sono assolutamente diverse ma sostanzialmente si. È fondamentale identificare la quota più ammalata: il bronco o il polmone, il catarro o il broncospasmo, l’edema della mucosa.. cose che la mia generazione era abituata ad identificare sempre e ad agire di conseguenza. Oggi, per esempio, sono scomparsi gli anticatarrali dalla proposta terapeutica di cura della BPCO. La BPCO si cura con tre sole categorie di farmaci il che consente alle aziende di fare associazioni A con B, di B con C o di A con C. Tra queste categorie di medicinali si annoverano decine di soluzioni con nomi diversi, ma si tratta di farmaci molto simili che presentano soltanto piccole modificazioni molecolari. Tra queste, come dicevo, non sono presenti le forme terapeutiche prevalentemente anticatarrali, che non vengono quindi affrontate con il dovuto riconoscimento, pur rappresentando una problematica diffusa che tanto infastidisce il paziente. Capita poi spesso che il catarro si infetti, portando a complicanze che prevedono di conseguenza l’uso di antibiotici. In altre parole, – conclude Allegra – la scelta di etichettare le malattie croniche ostruttive sotto un’unica etichetta, BPCO, porta ad un’estrema semplificazione della proposta terapeutica. Questo è sbagliato. Dire che noi uomini siamo tutti uguali è una bellissima cosa, dal punto di vista filosofico, ma non è vero. Siamo profondamente diversi».

Guarda qui il video del prof. Allegra:

 

Fonti:

Global Problems, Smart Solutions: Costs and Benefits

Years lived with disability (YLDs) for 1160 sequelae of 289 diseases and injuries 1990–2010: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2010