Cancro: ricerca scopre il gene coinvolto nello sviluppo dei leiomiosarcomi

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Ricerca sul cancro: l’Università di Udine scopre un gene coinvolto nello sviluppo dei leiomiosarcomi, tumori rari e particolarmente aggressivi, l’HDAC9

Lo studio è stato finanziato con 220mila euro dall’Associazione italiana per la ricerca sul cancro e il lavoro è stato svolto dal gruppo di biologia cellulare del Dipartimento di area medica dell’ateneo friulano, in collaborazione con il Cro di Aviano e l’Ospedale di Treviso.

Cos’è il leiomiosarcoma?

Il leiomiosarcoma è un tumore maligno. In Italia rappresenta un quinto dei circa 6mila nuovi casi di sarcoma diagnosticati ogni anno, con un’incidenza doppia nelle donne rispetto agli uomini.

Ricerca

Studiando le principali alterazioni geniche nei malati di diversi tipi di cancro, i ricercatori hanno scoperto che il 22% dei pazienti affetti da leiomiosarcoma ha una sovrapproduzione del gene HDAC9. Il suo ruolo chiave nella proliferazione del tumore è stato verificato con l’utilizzo di una tecnica innovativa chiamata CRISPR/Cas9 che ha permesso di eliminare il gene dal DNA del leiomiosarcoma, le cui cellule sono quindi ritornate normali perdendo gran parte delle proprietà neoplastiche.

Due gli sviluppi della scoperta sui quali i ricercatori dell’ateneo friulano sono già al lavoro. Innanzitutto, stanno verificando il coinvolgimento di HDAC9 e geni simili in altri tipi di tumore, inoltre sono stati programmati gli esperimenti per identificare nuovi composti con attività anti-tumorale a fini terapeutici che abbiano come bersaglio HDAC9.

Considerazioni 

«Questi studi – spiega Brancolini, docente di biologia applicata – hanno anche svelato la complessità delle regolazioni epigenetiche rilevando come, nel nucleo della cellula, esistano dei sistemi di controllo dell’espressione dei geni ancora non completamente compresi». Un lavoro di ricerca di base che, sottolinea, «è il percorso fondamentale che dobbiamo perseguire per conoscere e curare una complessa patologia genetica quali sono i tumori. Non esistono scorciatoie».

«La mancanza di una valida terapia mirata per i leiomiosarcomi e l’alta propensione alla loro metastatizzazione – sottolinea Brancolini – richiedono la sollecita identificazione di nuovi bersagli terapeutici e di nuove strategie di aggressione e trattamento a dispetto della relativa rarità della patologia».

Fonte:

Qui.Uniud