Sindrome dell’Ovaio Policistico, quale inositolo scegliere?

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La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è un disturbo endocrino assai complesso ed eterogeneo che colpisce, in certe popolazioni, fino al 15% delle donne in età riproduttiva.

La PCOS costituisce una causa rilevante di infertilità e, più in generale, influisce negativamente sulla qualità della vita delle persone che ne sono affette. La diagnosi di questa sindrome in base ai Criteri di Rotterdam, richiede la presenza nelle pazienti di almeno due delle seguenti caratteristiche cliniche: disturbo ovulatorio cronico, iperandrogenismo e ovario policistico.

Una sindrome complessa che ha diverse cause

Diversi dati clinici e sperimentali spingono a ritenere che, tra le cause di questa complessa sindrome, un ruolo fondamentale venga svolto dall’iperandrogenismo, ossia l’incremento della produzione degli ormoni androgeni. Un’altra spia spesso collegata con la Sindrome dell’Ovaio Policistico è la riduzione della sensibilità all’insulina indipendentemente dall’Indice di Massa Corporea (BMI) delle pazienti. Ciò determina un aumento dei livelli di insulina che stimola direttamente la sintesi e il rilascio degli androgeni, e indirettamente la loro attività. Il quadro di questa sindrome è pertanto molto complesso e necessita di una terapia personalizzata.

I diversi approcci 

Tra i diversi approcci perseguibili si evidenziano l’utilizzo di contraccettivi orali e quello di farmaci insulino-sensibilizzanti (ISD). Di recente l’inositolo ha assunto un ruolo molto rilevante nell’ambito del trattamento dell’Ovaio Policistico. C’è però inositolo e inositolo, dipende da quale stereo isomero consideriamo. Con il nome di stereo isomeria la chimica classifica quelle molecole che sono costituite dagli stessi atomi, collegati tra loro allo stesso modo, ma disposti nello spazio in maniera diversa, un po’ come quei giochi snodati dei bambini. Nel caso dell’inositolo esistono nove stereoisomeri. I più importanti sono il myo-inositolo e il D-chiro-inositolo.

Quale delle due forme di inositolo è corretto assumere per un miglior trattamento della Sindrome dell’Ovaio Policistico?

La ricerca ha dimostrato come il myo-inositolo ed il D-chiro-inositolo svolgano azioni biologiche diverse nel nostro organismo. In particolare va segnalato che nelle ovaie il myo-inositolo regola l’assorbimento del glucosio e il segnale dell’ormone follicolo-stimolante (FSH), mentre il D-chiro-inositolo media la sintesi degli androgeni indotta dall’insulina2. La presenza di uno stato di iperinsulinemia, come nel caso di pazienti PCOS, stimola la trasformazione intra-ovarica del myo-inositolo in D-chiro-inositolo, che quindi viene prodotto in eccesso con conseguente diminuzione del myo-inositolo. Se quindi in una donna sana il normale rapporto tra myo-inosiolo e D-chiro-inositolo nel liquido follicolare è di circa 100:1, in quello di una donna affetta da Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS) tale valore diminuisce drasticamente a 0,2:1. Per questa ragione si è dimostrato come un’integrazione bilanciata, che valuti le reali necessità di myo-inositolo e D-chiro-inositolo, sia funzionale nel ripristinare una condizione fisiologica2. Recentemente è stato osservato che i risultati migliori si ottengono con una miscela di myo-inositolo e D-chiro-inositolo secondo la precisa proporzione di 40:1, a favore del myo-inositolo, che è quella riscontrata nel sangue umano.

Tutti i riferimenti scientifici per approfondire

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Prof. Fedele Manna,  Chimica Farmaceutica e Tossicologica – Università Sapienza, Roma

Dott. Stefano Manna, Chimica Farmaceutica e Tossicologica – Università Sapienza, Roma

 

Fonti:

The Rotterdam ESHRE/ASRM-Sponsored PCOS ConsensusWorkshop Group. Revised 2003 consensus on diagnostic criteria and long-term health risks related to polycystic ovary syndrome(PCOS). Hum Reprod. 2004;19:41–7.

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Unfer V, Carlomagno G, Papaleo E, et al. Hyperinsulinemia alters myo-inositol to d-chiro-inositol ratio in the follicular fluid of PCOS patients. Reprod Sci. 2014;21:854-858.

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Fedele Manna

Prof. Fedele Manna, Professore Associato di Chimica Farmaceutica e Tossicologica (Università “Sapienza”, Roma), è autore di circa ottanta pubblicazioni e di numerose comunicazioni a Congressi, relative ai settori della Chimica Farmaceutica, Analitica Farmaceutica e Tossicologia. È autore di vari testi, tra i quali si segnala Analisi dei medicinali. È stato membro delle Commissioni Scientifiche della Fondazione Istituto Pasteur - Fondazione Cenci Bolognetti e del CONI.

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