Possiamo fidarci dei robot?

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La diffusione di tecnologie autonome nei più disparati ambiti della vita sia professionale che privata pone un problema di fiducia. Si pensi, ad esempio, al potenziale impatto della robotica di servizio o di assistenza sulle sfere più intime della nostra esistenza. Il dubbio sorge: possiamo fidarci delle macchine autonome?

Ma che cosa intendiamo, quando ci chiediamo se un robot sia affidabile?

Innanzitutto ci aspettiamo che esso svolga nella maniera migliore gli importanti compiti che deleghiamo; cioè, ci aspettiamo che la tecnologia sia efficiente. Ma si potrebbe pensare che, al di là dell’efficienza, robot intelligenti ed autonomi debbano essere anche veritieri, e non indurre in inganno gli utenti svolgendo funzioni non allineate alle intenzioni di chi li usa o manipolandone preferenze e decisioni. In questo senso, infatti, robot efficienti possono essere poco affidabili. Ma è davvero opportuno considerare il robot stesso più o meno affidabile, più o meno veritiero?

Porre fiducia in un altro a cui si delega un compito contrasta la possibilità di un suo tradimento. Chiunque può scegliere di ingannare e inseguire scopi diversi da quelli previsti dalla delegazione. Chiunque, ma non un robot. Un robot non può scegliere in questo modo, ma solo svolgere le funzioni che è programmato (bene o male) per svolgere. A meritare o meno la fiducia dell’utente non è il robot in sé, ma gli esseri umani che, secondo diversi gradi di coinvolgimento, rendono il robot disponibile (programmatori, ingegneri, ecc.) e ne presentano le caratteristiche a chi non ne comprendere le specifiche tecniche (produttori, pubblicitari, promotori, ecc.).

Fidarsi del robot come se fosse una persona significa trasformarlo in qualcosa che non è e rischiare di perdere di vista i veri soggetti a cui ci si affida, quando si sceglie di delegare compiti a tecnologie autonome. I robot mediano un rapporto di fiducia che si instaura tra diversi attori sociali. Da ogni prospettiva—etica, regolativa, giuridica, psicologica, filosofica—non può essere esagerata l’importanza di sottolineare la dimensione umana e sociale dei rapporti di fiducia mediati dalle tecnologie autonome. Da ciò dipendono molti degli effetti benefici che l’innovazione robotica può apportare alla nostra società.

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Fabio Fossa

Fabio Fossa, dottore di ricerca in filosofia morale e politica presso le Università di Pisa e Firenze, è borsista di ricerca presso l'istituto DIRPOLIS della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Le sue principali aree di ricerca sono le etiche applicate, la filosofia e l'etica della tecnologia (con particolare attenzione per la robotica), e la filosofia di Hans Jonas. Su filosofia e robotica ha recentemente pubblicato i saggi Creativity and the Machine. How Technology Reshapes Language (Odradek, 2017) e Artificial Moral Agents: Moral Mentors or Sensible Tools? (Ethics and Information Technology, 2018).

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