Pazienti o Clienti? La Diagnosi di Garattini su un Sistema Farmaceutico che Cura Se Stesso

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Il prof. Silvio Garattini - fotografia di Armando Rotoletti
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Livelli soglia di colesterolo ridotti per ragioni scientifiche o di marketing? Il sistema delle pubblicazioni scientifiche è compromesso da interessi economici? La ricerca sta portando vera innovazione nei farmaci? Chi e come decide quanto il Sistema Sanitario paga i farmaci alle multinazionali?

Ne parliamo con il prof. Silvio Garattini che ci spiega l’influenza del marketing e i conflitti di interesse che spesso condizionano ricerca, regolamentazione ma anche il sistema delle pubblicazioni scientifiche e della comunicazione.

Viviamo più a lungo. È una delle conquiste più celebrate della nostra epoca, un trionfo della medicina moderna che ci ha regalato decenni di vita in più rispetto ai nostri antenati. Ma a questa luce abbagliante fa da contraltare un’ombra insidiosa e spesso taciuta: non viviamo necessariamente meglio. È questo il paradosso che sta al centro della lucida e inflessibile analisi di Silvio Garattini, fondatore dell’IRCCS Mario Negri e una delle voci più autorevoli e indipendenti della farmacologia mondiale, che da decenni si batte per una scienza al servizio del cittadino e non del profitto.

Sebbene l’Italia svetti nelle classifiche globali per aspettativa di vita, lo deve in gran parte a un Servizio Sanitario Nazionale che, nonostante le sue fragilità, garantisce ancora un accesso universale a farmaci e cure. Tuttavia, quando si sposta l’obiettivo sulla qualità di quegli anni guadagnati, il quadro cambia drasticamente. Nella classifica della “vita in buona salute”, il nostro Paese precipita al quindicesimo posto. Questo significa che, per un cittadino italiano medio, gli ultimi 15-20 anni di esistenza sono spesso un percorso a ostacoli tra malattie croniche, spesso multiple, che erodono il benessere e la dignità. La longevità, dunque, non è sempre sinonimo di salute.

L’Illusione dell’Innovazione e la Creazione di Malati a Tavolino

Una delle cause profonde di questa distorsione, secondo Garattini, risiede nel cuore stesso del sistema farmaceutico. A fronte di un flusso costante di nuove molecole che arrivano sul mercato, si assiste a una preoccupante “carenza di vera innovazione”. Il problema è sottile e si annida nelle normative europee. Per ottenere l’approvazione dall’EMA (European Medicines Agency), un farmaco deve soddisfare tre criteri: qualità, sicurezza ed efficacia. Manca, però, un quarto, cruciale requisito: il valore terapeutico aggiunto.

In termini semplici, un’azienda non è tenuta a dimostrare che il suo nuovo prodotto sia migliore di quelli già disponibili per la stessa patologia. Questo vuoto normativo ha spalancato le porte a innumerevoli “farmaci fotocopia” (me-too drugs), molecole quasi identiche a quelle già in commercio, che non offrono reali vantaggi ma alimentano un mercato basato più sulla promozione che sul progresso.

A questa logica si lega un altro fenomeno, definito “disease mongering” o “mercificazione delle malattie”. Si tratta della tendenza a ridefinire i confini delle patologie per allargare la platea dei potenziali pazienti. Garattini spiega come si tenda ad abbassare progressivamente le soglie di normalità per parametri come il colesterolo, la pressione arteriosa o la glicemia. I valori considerati “sani” vent’anni fa oggi sono spesso etichettati come “a rischio”. Si creano così categorie mediche come il “prediabete”, trasformando persone sane in individui da trattare farmacologicamente. Milioni di persone vengono medicalizzate, alimentando un ciclo di consumo che non sempre corrisponde a un reale miglioramento della salute.

Il Prezzo delle Cure e la Crisi della Pubblicazione Scientifica

L’aumento dei prezzi dei farmaci è la conseguenza più diretta di questo sistema. I costi sono stabiliti in modo largamente arbitrario dalle aziende. L’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, negozia poi il prezzo di rimborso per il Servizio Sanitario, ma si trova spesso in una posizione di debolezza. Questa dinamica genera un enorme spreco di risorse pubbliche. Garattini ricorda l’esperienza della revisione del prontuario farmaceutico del 1993, l’unica mai fatta in modo completo, che permise di risparmiare 3.000 miliardi di lire eliminando farmaci inutili. “Nessuno se ne accorse,” commenta amaramente, “perché erano farmaci che non servivano ai pazienti, ma solo a chi li vendeva”.

Questa erosione della fiducia è ulteriormente aggravata da una crisi che sta minando le fondamenta stesse della validazione scientifica: il mondo delle pubblicazioni accademiche. Riviste prestigiose come Nature e Science denunciano un fenomeno allarmante: nel solo 2023, oltre 10.000 articoli scientifici sono stati ritirati perché basati su dati errati o, peggio, fraudolenti. Il sistema del “publish or perish” (pubblica o muori) spinge i ricercatori a produrre un numero sempre maggiore di lavori, spesso a scapito della qualità.

Le riviste scientifiche, un tempo custodi del rigore, sono diventate esse stesse attività editoriali estremamente redditizie. I ricercatori, dopo aver ottenuto finanziamenti per i loro studi, devono pagare migliaia di euro per vedere i loro lavori pubblicati, in un modello “open access” che ha trasformato la conoscenza in una merce. Questa catena, basata su incentivi economici, compromette l’integrità del processo. Se i dati alla base delle decisioni cliniche sono inattendibili, come possono medici e pazienti fidarsi? L’informazione che riceviamo, anche da fonti apparentemente ufficiali, è spesso inquinata da conflitti di interesse.

Per una Rivoluzione Culturale: Prevenzione, Formazione e Consapevolezza

Come uscire da questa palude? Per Silvio Garattini, la strada è quella di una vera e propria “rivoluzione culturale”. Il primo, fondamentale passo è spostare il baricentro dalla cura alla prevenzione. “Il 40% dei tumori è evitabile, così come il diabete di tipo 2. Le malattie non piovono dal cielo, ma sono spesso il risultato di stili di vita scorretti,” sottolinea con forza. L’educazione alla salute dovrebbe diventare una materia centrale nel percorso formativo, fin dalle scuole elementari, per formare cittadini consapevoli delle proprie scelte.

Allo stesso tempo, serve una riforma strutturale del Servizio Sanitario. È indispensabile creare una Scuola Superiore di Sanità per formare i dirigenti del SSN, che troppo spesso provengono da nomine politiche senza una cultura manageriale adeguata. È necessario riorganizzare la medicina del territorio, superando il modello del medico singolo e spingendo verso un lavoro di squadra nelle Case di Comunità, aperte 24/7, per ridurre la pressione sui pronto soccorso.

Infine, un appello diretto ai cittadini: diventare pazienti consapevoli e critici. È un diritto e un dovere dialogare con il proprio medico, chiedere il perché di una prescrizione, domandarsi se tutti i farmaci siano davvero necessari. Un medico che prescrive meno farmaci e più stili di vita sani non è un medico incompetente; al contrario, è spesso colui che ha più a cuore la salute reale del suo assistito.

L’esempio dell’Istituto Mario Negri, un’eccellenza no-profit che ha fatto dell’indipendenza la sua bandiera, dimostra che un’altra via è possibile. Se avesse 100 milioni di euro da investire, Garattini non ha dubbi: “Li dedicherei interamente alla ricerca sulle malattie rare, quelle dimenticate dal mercato perché non offrono profitto”. Una scelta che non è solo una dichiarazione d’intenti, ma la sintesi di un’intera vita spesa per una scienza al servizio dell’uomo, libera dalle logiche del profitto e fedele solo al benessere della collettività.

Per approfondire questi argomenti consigliamo la lettura del libro Farmaci. Luci e Ombre edito da Edizioni Il Mulino ( https://www.mulino.it/isbn/9788815391285 )

E la visone del Video Talk con il prof. Garattini realizzato da Saluteuropa:

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