Da decenni, la lotta al cancro è stata descritta con una metafora bellica: una “guerra” da combattere con un arsenale sempre più sofisticato. Dalla “War on Cancer” lanciata da Nixon negli anni ’70 al “Cancer Moonshot” di Biden, sono stati investiti centinaia di miliardi di dollari. Eppure, nonostante i progressi nella diagnosi e in alcune terapie, le proiezioni indicano un aumento globale dei casi e una cura risolutiva non è ancora stata trovata. Come è possibile?

Secondo il Professor Mariano Bizzarri, medico e direttore del Laboratorio di Biologia dei Sistemi (SBGLab) all’Università Sapienza di Roma e anche Coordinatore del Tavolo Tecnico-Scientifico del Comitato per il Programma Spaziale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la risposta è tanto semplice quanto radicale: per quasi cinquant’anni, abbiamo cercato la soluzione nel posto sbagliato. “È come l’uomo che cerca le chiavi perse non dove le ha smarrite, ma sotto un lampione, perché è l’unico punto illuminato”, spiega Bizzarri. Quel “lampione” è stato il dogma genetico.
L’Errore di Prospettiva: Non è la Cellula, è il Tessuto
Il paradigma dominante, su cui si è costruita gran parte della ricerca oncologica, considera il cancro una malattia genetica. Una cellula, a causa di una serie di mutazioni nel suo DNA, diventa una “cellula rinnegata” (la renegade cell), un’entità malvagia e irrecuperabile che prolifera senza controllo. L’unica soluzione, secondo questa visione, è identificarla e ucciderla, proprio come si fa con un batterio.
Questa teoria, però, si scontra con una realtà complessa: le cellule all’interno di uno stesso tumore sono incredibilmente eterogenee e il loro comportamento può cambiare. Per il Professor Bizzarri e una scuola di pensiero che sta guadagnando sempre più terreno, il cancro non è una malattia della singola cellula, ma del tessuto. È un processo di sviluppo andato storto.
L’idea, nota come Tissue Organization Field Theory (TOFT), postula che ogni tessuto è governato da un “campo morfogenetico”, un insieme di segnali e forze (chimiche, fisiche, elettriche) che ne orchestrano la crescita ordinata. Quando questo campo viene perturbato – ad esempio da un’infiammazione cronica – le regole si allentano e le cellule, private della loro guida, possono “smarrire la via”, assumendo un comportamento caotico e maligno.
Da”Uccidere” a “Rieducare”: Un Nuovo Orizzonte Terapeutico
Se la causa non è una cellula intrinsecamente “cattiva” ma un’informazione contestuale errata, allora l’approccio terapeutico deve cambiare radicalmente. L’obiettivo non è più necessariamente sterminare fino all’ultima cellula tumorale, ma piuttosto ripristinare l’ordine nel tessuto, fornendo alle cellule “smarrite” le istruzioni corrette per farle tornare a un comportamento normale. Si tratta di una vera e propria reversione fenotipica: la cellula mantiene il suo DNA mutato, ma il suo comportamento (fenotipo) torna a essere benigno. Smette di proliferare in modo aggressivo e, soprattutto, perde la capacità di creare metastasi, che è la vera causa di mortalità nella maggior parte dei tumori.

Questo concetto non è nuovo. Già a fine degli anni ‘60, un esperimento straordinario mostrò che il nucleo di una cellula tumorale di rana, se trapiantato in una cellula uovo sana, non generava un tumore, ma un girino perfettamente normale. Il citoplasma sano era stato in grado di “riprogrammare” il nucleo malato. Il problema, per decenni, è stato come tradurre questa intuizione in una terapia concreta.
I microRNA estratti dallo Stamisoma: La “Punteggiatura” che Ristabilisce l’Ordine

La svolta è arrivata grazie allo studio dell’epigenetica, la scienza che studia come l’ambiente e i segnali esterni modificano la lettura del DNA senza alterarne la sequenza. Il ProfessorBizzarri paragona il genoma a un testo medievale scritto senza spazi né punteggiatura: per leggerlo correttamente, serve una “grammatica”. Questa grammatica cellulare è fornita, in gran parte, dai microRNA (miRNA), piccole molecole che agiscono come interruttori, regolando l’espressione di centinaia di geni contemporaneamente.

Il team del Prof. Bizzarri ha scoperto che estratti purificati ottenuti da stamisoma di pesce (le vescicole esosomiali presenti nelle cellule uovo e in quelle staminali) sono ricchissimi di un complesso di miRNA che funziona come un “codice di istruzioni per la normalità”. Quando questo “stamisoma” – l’insieme di informazioni necessarie per costruire un organismo sano – viene somministrato alle cellule tumorali, accade qualcosa di straordinario.
Le ricerche, pubblicate su importanti riviste scientifiche internazionali, dimostrano che questi estratti non uccidono le cellule, ma le “rieducano”. Inducono le stesse cellule tumorali a produrre i microRNAs “buoni” che avevano perso, come il miRNA-218, riattivando un programma di normalizzazione. Questo processo viene chiamato Tumor Reversion, ossia la trasformazione del fenotipo delle cellule tumorali da maligno a benigno. Concretamente in laboratorio si è osservato che cellule di tumori umani altamente aggressivi, una volta trattate con questi estratti, hanno mostrato di:
- ridurre drasticamente la capacità di migrare e invadere altri tessuti, bloccando di fatto il processo metastatico;
- dimezzare la loro velocità di proliferazione;
- normalizzare il loro metabolismo, smettendo di consumare glucosio in modo anomalo e riattivando una corretta funzionalità mitocondriale
Uno speciale mix di microRNAs in grado di attivare questi processi di normalizzazione è stato recentemente oggetto di un brevetto depositato dal gruppo di ricerca del prof. Bizzarri insieme ad Aurora Biosearch, una società italiana di Ricerca e Sviluppo attiva nel settore oncologico e neurologico. Questo testimonia la concreata possibilità per il futuro di ottenere farmaci innovativi.
Nel frattempo ci si può affidare ad un approccio integrato che possa rafforzare in modo scientificamente provato le attuali cure oncologiche.
Verso una Medicina Integrata e Sinfonica
“Il farmaco miracoloso non esiste”, sottolinea Bizzarri. Il tumore è una malattia dell’intero organismo, e la terapia deve essere una strategia integrata che combini l’approccio convenzionale (chemioterapia, radioterapia) con questi nuovi strumenti di riprogrammazione. Studi clinici su pazienti con tumore al fegato e al colon hanno già mostrato che la semplice associazione alla chemioterapia di estratti grezzi da uova di pesce riduce drasticamente gli effetti collaterali, preservando la qualità di vita del paziente e contribuendo ad un miglior esito delle cure stesse.
Siamo ancora lontani da un farmaco che possa produrre una reversione tumorale stabile, tuttavia la possibilità di rafforzare il paziente oncologico e migliorare il suo stato di salute generale è già qualcosa di molto importante.
La vera vittoria, conclude il professore, si ottiene “con il paziente, e non per il paziente”. Significa curare l’essere umano nella sua interezza agendo su mente, alimentazione, stile di vita e non solo sul pezzo di organo malato. La scienza ci sta indicando una nuova via: non più solo una guerra di annientamento, ma un’opera intelligente di rieducazione, per ricordare alle nostre cellule la via smarrita verso l’armonia.
Per approfondire ascolta il talk con il prof. Mariano Bizzarri
Fonti
Educate, not kill: treating cancer without triggering its defenses
Tumor reversion and embryo morphogenetic factors
Redazione
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