Medicina: scienza o arte?

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La medicina è un arte, forse tra le più sublimi

“Con innocenza e purezza io custodirò la mia vita e la mia arte.”

Sono queste le parole che stanno nel cuore del giuramento di Ippocrate, universalmente considerato come il padre della medicina.
Non la chiama scienza, ma arte.

“La vita è breve, l’arte è vasta, l’occasione fuggevole, l’esperienza fallace, il giudizio difficile”
Nuovamente in quest’altra sua affermazione, Ippocrate menziona la medicina come arte, non solo ma associa a due parole come esperienza e giudizio, tipiche del metodo scientifico, aggettivi ben precisi: fallace e difficile.
Che arte è quella medica? Secondo Ippocrate è l’arte di ristabilire l’equilibrio, l’armonia, la salute.
Il vero artista deve essere sempre pure artigiano, per realizzare appieno personalmente ciò che la sua mente via via gli suggerisce: gli ingredienti del pittore sono i colori, i loro impasti e combinazioni per realizzare le proprie intenzioni, così come il medico deve saper combinare diversi elementi ed ingredienti per ristabilire la salute.

Sono molte le variabili che il medico deve gestire e riarmonizzare tra loro: i diversi parametri fisiologici, gli aspetti psicologici, la relazione con l’ambiente e con le altre persone. Tutti elementi che contribuiscono alla rimessa in salute del paziente. L’arte è vasta. La chiave per un’artista della medicina è l’intuizione nella quale tutti questi parametri si combinano per dare un quadro preciso del paziente ed una conseguente cura, da vedersi non solo come farmacologica me letteralmente come cura della vita. Ma l’intuizione viene e se ne va in un’attimo, l’occasione è fuggevole.

Sebbene l’esperienza sia fondamentale nella crescita del medico, abbandonarsi ad essa sarebbe fatale, priverebbe della capacità di osservare ed ascoltare, di entrare in contatto con l’unicità del paziente. L’esperienza è fallace.
Infine il giudizio difficile laddove intorno alla parla giudizio gravitano significati come parere, opinione, pronostico, prognosi, discernimento ma anche senno, prudenza, saggezza.

Un giudizio, quello inteso in questi termini, che secondo Ippocrate deve essere fatto proprio da ciascuna persona come base per il mantenimento della propria salute: “lavorare, mangiare, bere, dormire e amare: tutto deve essere misurato – (fatto con giudizio)”.
Un concetto che va nella direzione di responsabilizzare il paziente e chi gli sta intorno, senza delegare la propria salute totalmente al medico: “non solo il medico deve fare ciò che è opportuno, ma anche il malato, coloro che lo assistono e tutti gli altri.”
Vista in questi termini la medicina è un arte, forse tra le più sublimi.

Vedete anche nel vostro medico i tratti di quest’artista?

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