Apre Monzino Women: il cuore delle donne al centro

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Il Centro Cardiologico Monzino apre le porte del Monzino Women, su modello degli Women’s Heart Center americani. L’obiettivo è sfatare il luogo comune che identifica le malattie cardiovascolari come problema maschile, convincere le donne a fare prevenzione e ridurre così il peso della malattia sul cuore delle donne. 

Le malattie del cuore sono fatali per circa il 43% della popolazione femminile, contro il 35% di quella maschile, causando ogni anno in Italia 123.000 vittime fra le donne e 93.000 fra gli uomini. Ma proprio le donne sembrano le prime a non esserne consapevoli: il 68% della popolazione femminile ritiene l’infarto un problema che riguarda gli uomini e trascura la prevenzione e la diagnosi precoce.  

Contro la medicina a “misura d’uomo”

«La medicina attuale è stata costruita a “misura d’uomo” nella definizione dei fattori di rischio, negli studi clinici e nella sperimentazione di farmaci, ma trasferire al genere femminile le evidenze e i meccanismi della malattia cardiovascolare propri del genere maschile risulta spesso penalizzante per la salute della donna. Per esempio, la maggior parte dei farmaci usati per la cura delle malattie cardiovascolari sono stati studiati prevalentemente nell’uomo anche per quanto concerne le dosi impiegate», spiega Elena Tremoli, Direttore Scientifico Monzino. 

«È fondamentale quindi che le donne acquisiscano coscienza del loro rischio cardiologico individuale – continua Tremoli – che può essere anche superiore a quello degli uomini. Basta un esempio: le donne fumatrici hanno un rischio fino a cinque volte superiore rispetto ai maschi fumatori di sviluppare danni alle loro arterie e ciò aumenta il loro rischio di infarto miocardico. La stessa coscienza deve essere estesa al mondo sanitario che ruota intorno al mondo femminile, perché intervenga attivamente nella prevenzione quando la donna è sana, e inquadri correttamente la malattia se diventa paziente». 

Un ambulatorio dedicato alle donne

«Il nostro Centro nasce per seguire le donne che non hanno sintomi di malattia» – dichiara Daniela Trabattoni, Responsabile di Monzino Women – «Si rivolge principalmente alle over 40 e, indipendentemente dall’età, alle donne che presentino fattori che aumentano il rischio cardiovascolare: familiarità, stili di vita scorretti come fumo e alcol, obesità, diabete o ipertensione in gravidanza, per esempio. Il Centro riunisce le competenze superspecialistiche e le tecnologie innovative già presenti nell’ospedale, e le integra con collaborazioni multidisciplinari. Oltre a cardiologo clinico, ipertensivologo, aritmologo ed emodinamista, interagiranno con noi, dove necessario, ginecologo, diabetologo, lipidologo, nutrizionista e psicologo». 

Monzino Women è più di un centro clinico e di ricerca

«Il nostro è un progetto culturale – precisa Trabattoni – In primo luogo di cultura scientifica: avvieremo nuove linee di ricerca dedicate ai fattori di rischio specifici della donna e studi clinici che valutino l’efficacia sia di terapie già consolidate per l’uomo, ma meno applicate alla donna, sia di terapie innovative. A tutt’oggi non vi sono studi multicentrici indirizzati esclusivamente alla popolazione femminile e percentualmente il numero di uomini reclutati è sempre superiore a quello delle donne. La scarsa consapevolezza dell’incidenza delle malattie cardiovascolari nelle donne è il peggior nemico della donna stessa. Per fare una corretta informazione e prevenzione bisogna migliorare il rapporto consequenziale fra ricerca, linee guida e divulgazione. Per questo ci impegneremo nel creare una nuova cultura della prevenzione cardiologica al femminile, con una ampia campagna di comunicazione ed educazione alla salute». 

Il kick-off della campagna di sensibilizzazione è affidato a una testimonial molto amata dalle donne di almeno due generazioni: Caterina Caselli. «Io controllo il mio cuore al Monzino da molti anni – dichiara – Ho iniziato per caso perché ho accompagnato mio marito, come facciamo noi donne, e qualcuno lì mi ha detto “E tu?”. Io non sapevo niente del rischio speciale del cuore delle donne e mi sono lasciata guidare. Da quando faccio prevenzione mi sento non solo più consapevole, ma soprattutto più protetta. Continuo la mia vita attivissima con maggiore serenità. Vorrei poter dire a tutte le donne fate come me, prendetevi a cuore”. Vorrei essere il primo anello di una catena di solidarietà femminile. Diciamolo alle figlie, nipoti, madri, amiche, colleghe. Pensate al vostro cuore e proteggetelo». 

Fonte:
www.cardiologicomonzino.it