L’interazione con lo spazio che ci circonda è disegnata dentro il nostro corpo. Concetti come alto e basso sono ancorati alle dita delle mani. Lo rivela uno studio del dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con l’Università di Reno (Nevada), appena pubblicato sulla rivista Cognition.
Milano, 14 giugno 2017 – Se sappiamo come muoverci nello spazio attorno a noi è anche grazie alla nostra mano nella quale si trova una mappa dello spazio intorno a noi, dove al pollice è associato il basso e all’indice l’alto.
Lo rivela lo studio Standard body-space relationships: fingers hold spatial information (doi: 10.1016/j.cognition.2017.05.014) appena pubblicato sulla rivista Cognition, realizzato da Daniele Romano e Angelo Maravita, rispettivamente assegnista di ricerca e docente di Psicobiologia e psicologia fisiologica nel Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con Francesco Marini, ex dottore di ricerca dell’Ateneo milanese, attualmente assegnista di ricerca (post-doc) all’Università di Reno (Nevada, Stati Uniti).
A 40 volontari, sottoposti a un breve e leggero stimolo vibro-tattile su un pollice o un indice, è stato chiesto di valutare se lo stimolo ricevuto fosse nella posizione alta o bassa dello spazio intorno a loro. Le mani erano posizionate in modo tale che una coppia di stimoli fosse più in alto dell’altra in modo che il pollice e l’indice di una mano fossero più in alto dell’altra (Fig.1). L’esperimento ha dimostrato che le persone sono più rapide e accurate nell’individuare lo stimolo quando questo viene dato sul pollice della mano posizionata più in basso e sull’indice della mano in posizione alta.
Lo studio ha rivelato che esistono delle associazioni tra i concetti spaziali – come le posizioni alto e basso – e le parti del nostro corpo, in questo caso le dita pollice e indice delle mani. Queste associazioni suggeriscono che le informazioni relative allo spazio siano codificate all’interno delle parti del corpo. Non è solo il nostro corpo a essere mappato nello spazio, come intuitivamente è necessario fare per muoversi e interagire con gli oggetti, ma anche lo spazio viene mappato nel corpo.
Le associazioni tra i concetti spaziali e le parti del nostro corpo rifletterebbero anche una postura preferenziale. I dati della ricerca, infatti, suggeriscono che la postura standard del nostro corpo abbia le mani estese in avanti, con il pollice in basso e le altre dita in alto, come se fossero pronte ad afferrare un oggetto. Ciò significa che il cervello parte sempre da una stessa configurazione-base che poi trasforma durante l’elaborazione dello stimolo per individuarne la reale posizione nello spazio.
«Questa rappresentazione – spiegano Daniele Romano e Angelo Maravita – dimostra, per la prima volta nei soggetti con il sistema nervoso completamente funzionante, che la nostra interazione con il mondo esterno passa attraverso la codifica spaziale e la postura del nostro corpo. Finora, infatti, questa relazione era stata osservata solo in persone con disfunzioni del sistema nervoso (amputazione, anestesia, lesioni nervose), ma questi dati sembrano darne la prima conferma su individui sani».
Fig. 1 – Posizione delle mani durante l’esperimento. Evidenziate in verde, le dita sulle quali le persone sono più rapide e accurate nell’individuare lo stimolo: sul pollice quando questo viene dato in una posizione bassa o sull’indice in una posizione alta.
Fonte:
Comunicato Stampa del 14/6/2017 dell’Ufficio Stampa Università di Milano-Bicocca
Redazione
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