Curiosità dalla storia della medicina preventiva

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Nel corso della storia furono tanti gli uomini e le donne che con la loro creatività cercarono di risolvere i problemi più spinosi del corpo umano. Un viaggio nel tempo tra le curiosità che hanno interessato la storia della medicina preventiva, dalla vaccinazione all’ideazione del preservativo.

Nel passato era credenza comune pensare che la malattia fosse il risultato di squilibri dovuti ai quattro “umori” che scorrevano nel corpo. Il salasso di sangue era considerato il trattamento standard per correggere questi squilibri. Paracelso (1493-1541), medico e alchimista, fu il primo a contestare questa tecnica, affermando invece che la causa della malattia fosse da imputare a sostanze velenose e impurità, “visibili ed invisibili”, esterne al corpo. L’introduzione di altri “veleni”, anche se in piccole dosi, era l’unico rimedio alla guarigione.

La pratica dell’inoculazione contro il vaiolo o variolizzazione

Con un balzo veloce nel tempo, arriviamo nel 1700, anno in cui troviamo a Londra Lady Mary Wortley Montagu. Poetessa e aristocratica inglese, si ispirò all’ideologia di Paracelso durante la sua crociata personale per rendere gli inglesi più sani. In quegli anni, infatti, i londinesi soccombevano a causa di una terribile epidemia di vaiolo, e Lady Montagu fu colei che promosse l’idea, abbastanza radicale, di innestare piccoli pezzi di materia infetta nel corpo di una persona sana per scongiurare la malattia. Alcuni sposarono l’idea di Lady Montagu, come Re Giorgio I che fece inoculare i suoi nipoti, mentre altri, soprattutto i medici, la contestarono.

Anni dopo Edward Jenner, tredicenne quando Lady Mary morì, sviluppo la tecnica più sicura della Vaccinazione utilizzando il vaiolo bovino anziché quello umano. Mano a mano che la vaccinazione prendeva piede la variolizzazione venne abbandonata.

La polvere di Dover al mercurio

Un’altra malattia molto comune di quell’epoca era la sifilide, anche nota come lue. Il Dott. Thomas Dover (1660-1742), un fisico inglese, pensava che il mercurio fosse la cura per la sifilide e per altre malattie veneree. Egli, infatti, lo prescrisse in talmente tanti casi che divenne noto come il “Dr. Quicksilver”. La “Polvere di Dover “, un intruglio di ipecacuana, oppio e solfato di potassio, veniva utilizzata per indurre la sudorazione al fine di sconfiggere l’avanzare dell’influenza o un attacco di febbre. Il rimedio è rimasto in uso fino al 1960.

Il preservativo

La sempre più crescente consapevolezza che le malattie derivassero da agenti esterni all’organismo, portò all’invenzione di ulteriori tecniche mediche preventive. Furono le malattie veneree, in particolar modo, a scuotere la necessità di creare nuovi metodi di prevenzione; queste erano considerate la causa più comune di morte, soprattutto negli ambienti militari. Si dice infatti che le truppe della Guardia Reale Britannica persero più soldati per colpa delle malattie sessualmente trasmissibili, che per le spade e i proiettili dei nemici.

Sembrerebbe che fu il Dott. Condom a trovare la soluzione. Egli progettò una guaina, una sorta di babbuccia, utilizzando intestini di agnello secca da lubrificare prima dell’uso. Un certo numero di scrittori e poeti cominciarono a lodare la nuova invenzione. Gli inglesi iniziarono a chiamarla “lettera francese”, mentre i francesi “mantello inglese”. 

Una piccola azienda, fondata nel 1880, iniziò a produrre l’involucro inventato dal dottor Condom e nel 1937 fece la sua comparsa una prima versione in lattice. La società chiamò il nuovo prodotto “Trojan”, in onore delle mura di Troia, che così efficacemente tennero a bada l’attacco dei Greci per lunghi anni. Il nome con cui tutti conosciamo questo prodotto è “profilattico”, derivato dalla parola greca Prophylaxis:  “Pro”, avanti e “phylax” custode.