Un gruppo di ricercatori canadesi della University of Western Ontario, guidati dalla dottoressa Loretta Norton, hanno cercato di rispondere a questa domanda così importante nel loro articolo accademico “Electroencephalographic Recordings During Withdrawal of Life-Sustaining Therapy Until 30 Minutes After Declaration of Death”.
I ricercatori hanno esaminato l’elettroencefalogramma (EEG) della regione frontale di quattro pazienti gravemente malati nel momento in cui è stato loro rimosso il macchinario di supporto alle funzioni vitali.
Tab. 1 – Dettagli dei quattro pazienti
Stando alle registrazioni dell’elettroencefalogramma (Tab.2), nessuno dei quattro pazienti ha soddisfatto i criteri di accertamento della morte cerebrale. Il tempo 0 rappresenta il momento della morte clinica, cioè quando la pressione sanguigna arteriosa (ABP) diventa costante, indicando che il cuore ha smesso di battere. Questo è avvenuto qualche minuto dopo che il macchinario di supporto alle funzioni vitali è stato staccato.
Tab. 2 – Registrazioni del EEG
I ricercatori hanno osservato che l’attività cerebrale di tre dei quattro pazienti è cessata prima che il cuore smettesse di battere – nel caso del paziente #2 già 10 minuti prima del decesso.
Al contrario degli altri, il paziente #4 ha mostrato uno schema EEG leggermente differente. Infatti, la sua attività elettrica (scariche di onde delta) è stata attiva fino a 10 minuti dopo l’ultimo battito.
Gli autori hanno detto che è difficile spiegare queste onde Delta apparentemente post-mortem:
È difficile ipotizzare una base fisiologica per questa attività cerebrale poiché si è verificata dopo una perdita prolungata della circolazione. Pertanto, queste forme d’onda elettriche possono essere artefatti naturali, nonostante non possa esserne identificata la fonte.
Un’ulteriore scoperta
Un’altra scoperta interessante è stata che nel momento stesso in cui il cuore ha smesso di battere, non c’è stato alcun cambiamento repentino nell’elettroencefalogramma. I ricercatori non hanno trovato alcuna evidenza dell’ampio “segnale Delta” (chiamato anche “l’onda della morte” ), un fenomeno elettrico che è stato osservato nei topi dopo che erano stati decapitati.
Complessivamente, questo articolo accademico rappresenta un contributo interessante per il settore delle necro neuroscienze, nonostante fosse di piccole dimensioni e condotto su pazienti gravemente malati e sotto l’effetto di sedativi.
È difficile sapere fino a che punto questa ricerca potrà essere generalizzata.
Fonti:
Norton L, Gibson RM, Gofton T, Benson C, Dhanani S, Shemie SD, Hornby L, Ward R, & Young GB (2017). electroencephalographic_recordings_during_withdrawal_of_lifesustaining_therapy_until_30_minutes_after_declaration_of_death The Canadian Journal of Neurological Sciences, 44 (2), 139-145
Redazione
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