Tutti gli organismi viventi sono caratterizzati da una debole attività elettrica che avviene a frequenze estremamente deboli, note come onde ELF (Extremely Low Frequencies). La comunità scientifica, sebbene a conoscenza di queste proprietà elettriche degli organismi, non si è mai interrogata su potenziali ricadute in campo medico.
Questo studio dell’Università di Tel Aviv ha fornito nuove evidenze sui collegamenti diretti tra l’attività elettrica dell’atmosfera e i campi elettrici degli organismi viventi: compresi quelli degli esseri umani.
Gli studi sull’attività elettrica degli organismi viventi potrebbero rivoluzionare certe conoscenze mediche aprendo la strada a nuovi approcci terapeutici. Già a fine del 1700 Luigi Galvani si interessò alle proprietà elettriche delle rane. I suoi esperimenti ispirarono tra l’altro il famoso romanzo di Mary Shelley, Frankestein. A partire da fine ‘800 tuttavia, la scienza si orientò verso la chimica e la farmacologia sviluppando tutti quei farmaci efficaci oggi a noi ben noti.
La crisi della farmacologia moderna
Sembra però che ora la farmacologia stia entrando in crisi: nonostante gli investimenti in ricerca aumentino, sono sempre meno i nuovi farmaci sviluppati. In questa crisi della ricerca si potrebbe dunque riaprire l’interesse per la cosiddetta “elettrofarmacologia”.
“Né i biologi, né i medici riescono a spiegare perché le frequenze negli organismi viventi (0-50 Hz) siano simili a quelle generate da un fulmine nell’atmosfera” spiega il prof. Colin Price della Tel Aviv University che precisa: “La maggior parte di loro non è nemmeno a conoscenza della somiglianza che abbiamo presentato nel nostro documento.”
I ricercatori dell’Università di Tel Aviv hanno infatti mostrato come l’attività elettrica di molti organismi viventi (dagli zooplancton agli squali fino all’attività elettrica del cervello umano) presenti enormi similitudini con quella che viene misurata nell’atmosfera.
Come gli organismi viventi si “nutrono” dell’energia elettrica atmosferica
La ricerca appena pubblicata ha analizzato tutti gli studi precedentemente realizzati sul rapporto tra attività elettrica dell’atmosfera e attività elettrica negli organismi viventi. A questo lavoro hanno partecipato anche ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e dell’Università dell’Alaska.
L’ipotesi innovativa dei ricercatori è che gli organismi viventi si sono evoluti sviluppando la capacità di utilizzare l’elettricità prodotta dai fulmini nell’atmosfera. Pure l’uomo quindi si alimenterebbe oltre che con il cibo, anche con l’energia elettrica presente nell’ambiente esterno.
Il professor Price e il suo gruppo si sono accorti che in diversi animali è praticamente difficile distinguere lo spettro della loro attività elettrica specifica, dall’attività elettrica di fondo dell’atmosfera.
La spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che la frequenza di risonanza dell’atmosfera generata dall’attività elettrica dei fulmini, abbia fornito quel campo elettrico di fondo sulla base del quale si è sviluppata l’attività elettrica delle cellule.
Verso un’applicazione in campo medico di queste ricerche
“La revisione che abbiamo fatto su tutte le ricerche precedente realizzate ha rivelato che i campi elettrici generati dai fulmini potrebbero avere positive applicazioni mediche legate al nostro orologio biologico (ritmi circadiani), a lesioni del midollo spinale e forse anche ad altre funzioni corporee correlate all’attività elettrica nei nostri corpi” spiega il prof. Price, che prosegue: “La connessione tra i campi elettromagnetici costantemente presenti nell’ambiente, i fulmini nell’atmosfera e la salute umana, potrebbe avere enormi implicazioni nel futuro in vari trattamenti legati alle anomalie elettriche nei nostri corpi.”
Ora i ricercatori sono impegnati nel progettare nuovi esperimenti volti a studiare le interazioni tra i campi elettromagnetici estremamente deboli prodotti dai fulmini e gli organismi viventi. “Il nuovo esperimento che stiamo pianificando è quello di vedere come questi campi possono influire sulla fotosintesi delle piante” spiega il prof. Price. Il gruppo di ricerca prevede in futuro di mettere a punto nuovi studi per capire come sviluppare nuove tecniche diagnostiche e terapeutiche che si basano sulle attività elettriche estremamente deboli dell’organismo.
Tornano così in mente i pionieristici esperimenti di Nikola Tesla sulla natura dell’energia elettrica. Tra le sue più famose citazione ricordiamo quella che dice “Il presente è vostro; il futuro, per il quale sto realmente lavorando, è mio”.
Fonti:
Price, C., Williams, E., Elhalel, G. et al. Natural ELF fields in the atmosphere and in living organisms. Int J Biometeorol (2020). https://doi.org/10.1007/s00484-020-01864-6
Pammolli, F., Magazzini, L. & Riccaboni, M. The productivity crisis in pharmaceutical R&D. Nat Rev Drug Discov 10, 428–438 (2011). https://doi.org/10.1038/nrd3405
Sempre più soldi, sempre meno farmaci: Nature certifica la legge di Eroom – Saluteuropa
Electroceuticals – Scientific American (2018)
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