L’umanità ha un problema di archiviazione dati: più dati sono stati creati negli ultimi 2 anni che in tutta la storia precedente. E tutte queste informazioni potrebbero ben presto superare la capacità dei dischi rigidi di “catturarle”.
I ricercatori hanno creato un nuovo modo per codificare i dati digitali: è stato infatti dimostrato come il DNA sia in grado di salvare e preservare una mole impressionante di dati. Gli scienziati sono riusciti ad archiviare in un solo grammo di Dna dati per 215 milioni di gigabyte. Il sistema potrebbe memorizzare ogni bit di dati mai registrati dagli esseri umani in un contenitore circa la dimensione e il peso di un paio di autocarri. Ma se la tecnologia potrà decollare dipende dal suo costo.
I vantaggi
Il DNA ha molti vantaggi per la memorizzazione di dati digitali: è ultracompatto e può durare centinaia di migliaia di anni se conservato in un luogo fresco e asciutto. Finché le società umane stanno leggendo e scrivendo il DNA, saranno in grado di decodificarlo. “Il DNA non si degrada nel tempo, come cassette e CD, e non diventerà obsoleto”, afferma Yaniv Erlich, uno scienziato informatico presso la Columbia University. E a differenza di altri approcci ad alta densità, come la manipolazione di atomi individuali su una superficie, le nuove tecnologie possono scrivere e leggere grandi quantità di DNA alla volta.
Le considerazioni
“Penso che questo sia sostanzialmente lo studio definitivo che dimostra che è possibile memorizzare i dati nel DNA”, dice Kosuri, che oggi è un biochimico presso l’Università della California, Los Angeles.
Gli svantaggi
Quali sono gli svantaggi? Naturalmente uno su tutti, i costi, che allo stato attuale una soluzione del genere comporterebbe: si parla di migliaia di dollari per lo stoccaggio di pochi megabyte di dati, e pertanto, non ancora applicabile per l’uso reale.
Nel futuro
Si tratta tuttavia di una strada che le aziende abituate alla costruzione di immensi data center, come Apple, Google, Microsoft ed altre, potrebbero prendere in considerazione nei prossimi anni.
Fonte:
http://www.sciencemag.org/news/2017/03/dna-could-store-all-worlds-data-one-room
Redazione
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