Scoperta l’origine del meccanismo che impedisce a muscolo e nervo di comunicare correttamente nei malati di SLA.
La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) è una malattia degenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni e conduce ad una paralisi totale. Il meccanismo di degenerazione dei nervi periferici che si verifica nella SLA e nelle altre patologie neuromuscolari risulta ancora piuttosto difficile da comprendere, tuttavia sembra che si sia fatto un passo avanti.
Smantellamento della giunzione muscolare
Uno studio condotto dall’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” infatti, ha individuato il meccanismo molecolare responsabile dello smantellamento della giunzione neuromuscolare (NMJ) che si verifica in molte patologie.
Le giunzioni neuromuscolari sono sinapsi che si formano tra la terminazione di un motoneurone e una determinata fibra muscolare, e permettono dunque la loro comunicazione. Esse infatti, ricevendo input fisiologici e patologici da muscolo e nervo, permettono agli stessi di funzionare e comunicare correttamente.
Negli studi condotti fino ad oggi sulla SLA, rimaneva sempre aperto il quesito se lo smantellamento delle NMJ fosse riconducibile direttamente alla degenerazione dei neuroni motori, o potesse verificarsi indipendentemente da essa.
Lo studio
Lo studio della Sapienza, coordinato da Antonio Musarò, ha cercato di rispondere a questa domanda effettuando un esperimento in laboratorio. Il gruppo di ricerca ha indotto in alcuni topi un’alterazione genica, simile a quella che si verifica nei malati di SLA, solamente nei muscoli, senza coinvolgere i neuroni motori. Lo scopo era infatti capire se un’alterazione che parte dal muscolo potesse compromettere la salute della giunzione muscolare e dunque della comunicazione tra muscolo e nervo.
I risultati
“Abbiamo dimostrato”, afferma Musarò, “che una alterazione del muscolo scheletrico induce uno smantellamento della giunzione neuromuscolare. Abbiamo quindi individuato il meccanismo molecolare alla base dello smantellamento e scoperto che questo dipende dall’attivazione di una proteina chinasi, conosciuta come PKC theta.
Conseguentemente, un suo “silenziamento” farmacologico ha permesso di preservare le giunzioni neuromuscolari e di promuovere un mantenimento della massa e forza muscolare nei topi trattati.”
Conclusioni
Il lavoro condotto dal team guidato da Musarò supporta il concetto del “dying back“, secondo il quale un’alterazione a livello periferico può portare all’attivazione di meccanismi degenerativi nei neuroni motori, e quindi a livello “primario”.
Lo studio inoltre propone un nuovo approccio al trattamento della SLA e delle altre patologie neuromuscolari, attivando un processo di “saving back”.
Riferimenti:
Muscle Expression of SOD1G93A Triggers the Dismantlement of Neuromuscular Junction via PKC-Theta – Gabriella Dobrowolny, Martina Martini, Bianca Maria Scicchitano, Vanina Romanello, Simona Boncompagni, Carmine Nicoletti, Laura Pietrangelo, Simone De Panfilis, Angela Catizone, Marina Bouché, Marco Sandri, Rudiger Rudolf, Feliciano Protasi, and Antonio Musarò – Antioxidant and redox signaling; DOI:10.1089/ars.2017.7054
Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
Redazione
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