La tecnologia può renderci felici?

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gaggioli
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Smartphone, tablet e realtà virtuale possono essere validi strumenti di promozione del benessere e venir utilizzati anche nel trattamento dello stress e dell’ansia. Come? la parola alla Psicologia Positiva.

 

Viviamo immersi in un mondo sempre più pervaso dalle nuove tecnologie. La nostra esistenza quotidiana è scandita dall’uso di computer, smartphone, tablet, social, lettori musicali, smartwatch, per non parlare della crescente presenza nelle nostre attività di “gadget” indossabili, come i cardiofrequenzimetri da polso. La presenza sempre più pervasiva delle tecnologie digitali nella nostra esistenza ci interroga tuttavia su una questione fondamentale: i computer possono renderci più felici? 

LA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DEL BENESSERE

Negli ultimi anni, un team internazionale di ricercatori provenienti da diversi ambiti disciplinari (psicologia, computer science, medicina) ha cominciato a interessarsi a questa domanda, non solo e non tanto nella prospettiva di studiare gli effetti potenzialmente negativi di tali tecnologie (già ampiamente dibattuti, ad esempio per quanto riguarda le problematiche connesse a dipendenze, cyberbullismo, effetti dei videogame violenti ecc.) ma con l’obiettivo di comprendere le potenzialità che le tecnologie interattive offrono per promuovere il benessere degli individui. Il risultato è stato l’emergere di una nuova area di ricerca – la Tecnologia Positivache si pone come obiettivo quello di progettare esperienze positive mediate dalle tecnologie informatiche

 

QUALI SONO LE ESPERIENZE CHE CI FANNO SENTIRE BENE?

Il quadro teorico su cui si basa la Tecnologia Positiva è la Psicologia Positiva, un recente orientamento in ambito psicologico che si propone di indagare le condizioni e i processi che contribuiscono al funzionamento ottimale delle persone, dei gruppi e delle istituzioni. In particolare, le ricerche della Psicologia Positiva hanno consentito di identificare tre principali caratteristiche dell’esperienza personale in grado di promuovere il benessere: 1. la qualità affettiva (o edonica); 2.  il coinvolgimento e la realizzazione delle proprie potenzialità; 3. la connessione sociale. A partire da queste dimensioni è possibile classificare le tecnologie positive in relazione alla loro capacità di intervenire su queste tre caratteristiche dell’esperienza personale: 

•  Tecnologie Edoniche: tecnologie utilizzate per indurre emozioni positive e supportare esperienze piacevoli;

•   Tecnologie Eudaimoniche: tecnologie usate per supportare gli individui nel raggiungimento di esperienze coinvolgenti e auto-realizzanti;

Tecnologie Sociali/Interpersonali: tecnologie usate per supportare e migliorare l’integrazione e le reti sociali tra individui, gruppi e organizzazioni.

 

… E QUALI LE TECNOLOGIE UTILIZZATE?

Dal punto di vista tecnologico la Tecnologia Positiva si poggia sul diverse tecnologie esperienziali: smartphone e tablet, serious gaming, realtà virtuale e augmented reality.

Infatti, la tecnologia positiva interviene sulle caratteristiche dell’esperienza, cercando di promuovere delle esperienze ottimali (ad esempio, il flow) usando la tecnologia in tre diverse modalità:

Strutturando l’esperienza utilizzando un obiettivo, delle regole e un sistema di feedback. L’obiettivo fornisce uno scopo, orientando l’attenzione e la partecipazione del soggetto all’esperienza. Le regole, modificando il percorso per raggiungere l’obiettivo, spingono il soggetto ad osservare l’esperienza in modi diversi. Il sistema di feedback permette al soggetto di comprendere quanto si stia avvicinando, o meno, al raggiungimento dell’obiettivo, agendo come supporto alla motivazione.

Aumentando l’esperienza, con elementi multimodali. La tecnologia consente esperienze multisensoriali e l’inserimento di oggetti virtuali in situazioni reali attraverso la realtà aumentata. 

Sostituendo l’esperienza reale con una sintetica. Utilizzando la realtà virtuale è possibile simulare una presenza fisica in un mondo sintetico, che reagisce alle azioni del soggetto come se fosse realmente presente.

I POSSIBILI UTILIZZI DELLE TECNOLOGIE POSITIVE

Questi principi di progettazione sono già stati utilizzati per realizzare diverse applicazioni delle tecnologie positive, in ambiti che includono il trattamento dell’ansia, la prevenzione e la gestione dello stress, la riabilitazione neuromotoria, la creatività dei team e il miglioramento della qualità della vita nelle persone anziane.

Un esempio di questa visione è il progetto INTERSTRESS (“Interreality in the Management and Treatment of Stress-Related Disorders”) finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Settimo Programma Quadro, il cui obiettivo è stato ideare, sviluppare e testare una soluzione di Tecnologia Positiva per la verifica e il trattamento dello stress psicologico basata sul concetto di “interrealtà”. L’ “interrealtà” si può definire come un’ esperienza ibrida che faccia da ponte tra il mondo fisico e quello virtuale in un continuum ideale

Attraverso l’interrealtà diventa possibile integrare la misurazione e il trattamento dello stress all’interno di un’esperienza di potenziamento (empowerment), che “ibrida” il mondo fisico con quello virtuale in una esperienza unica secondo questo schema: 

  • I comportamenti nel mondo reale infuenzano l’esperienza nel mondo virtuale; 
  • I comportamenti nel mondo virtuale influenza l’esperienza nel mondo reale. 

Questo avviene grazie all’integrazione tra diverse tecnologie come realtà virtuale, biosensoristica e telefonia mobile: 

  • Realtà Virtuale: la valutazione e la gestione dello stress avvengono con esperienze di ruolo all’interno di scenari virtuali tridimensionali dove gli utenti possono interagire e affrontare situazioni stressanti come imparare a dire di no, collaborare con altri, gestire la mancanza di tempo e così via. 
  • Biosensori e rilevatori del movimento (dal mondo reale a quello virtuale); 
  • Applicazioni Mobili (dal mondo virtuale a quello reale). 

In altre parole, il nostro comportamento nella vita quotidiana influenzerà quello all’interno dei mondi virtuali proposti dall’applicazione e viceversa, in un modo unico e fortemente personalizzato. Per testare l’efficacia della strategia sperimentale nella cura dello stress, il progetto ha condotto un trial randomizzato nel quale l’approccio CBT (Cognitive behavioral therapy) integrato dalla tecnologia è stato confrontato con un trattamento CBT convenzionale (entrambi i trattamenti sono stati inoltre confrontati con una condizione di assenza di trattamento, o “waiting-list”). Il trial ha coinvolto un campione di 120 infermieri e insegnanti che riportavano sintomi di stress lavoro-correlato moderati o elevati (Gaggioli et al., 2014). I risultati hanno evidenziato che entrambi i trattamenti avevano apportato un miglioramento significativo dei livelli di stress rispetto alla condizione di non trattamento. Tuttavia, il trattamento CBT integrato dalla tecnologia ha mostrato una superiore efficacia rispetto alla CBT tradizionale nella riduzione dell’ansia di tratto e nell’acquisizione di strategie di coping emotivo (ossia la capacità di regolazione emotiva).

 

 

Andrea Gaggioli 
Professore Associato in Psicologia Generale
presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

 

 

Per approfondire ulteriori temi, vedi QUI lo “Speciale prevenire la depressione 2016”