Cyberbullismo: la paura dietro uno schermo

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Il cyberbullismo è un fenomeno drammaticamente in crescita, sopratutto tra i giovani studenti. 1 su 4 dichiara di esserne stata vittima e i genitori ne sono spesso totalmente all’oscuro. 

 

 

Quando si parla di cyberbullismo si fa riferimento a prepotenze virtuali che possono essere perpetrate in continuità o in aggiunta alle offese offline, da differenziarsi da un semplice scherzo o un litigio.

 

LA PAURA DIETRO UNO SCHERMO

 

Attraverso lo schermo il cyber bullo si pone in un evidente squilibrio di forze: ha il potere, perché protetto dall’anonimato, di insistere sulla vittima con intenzione di lederla.
Il potere si rafforza perché l’offesa o la persecuzione si propaga e gira nella rete in ogni istante e può raggiungere una platea illimitata di visualizzatori, che non conoscono la vittima.
Ciò rende difficoltoso individuare luoghi e tempi in cui tali dinamiche relazionali avvengono, con la conseguenza che il fenomeno appare meno riconoscibile e di più difficile gestione e contrasto, sia per gli organi competenti ma anche per le famiglie delle vittime.
Nel bullismo tradizionale in genere la vittima e il bullo sono persone che si conoscono, che si frequentano nella stessa scuola. Hanno avuto almeno qualche contatto relazionale.
Nel bullismo elettronico invece le persone possono anche essere sconosciute.
L’empatia, il sentimento pro sociale fondamentale per essere soggetti relazionalmente attivi, si va perdendo quando di fronte a noi c’è uno schermo e le reazioni, i sentimenti, i bisogni dell’altro ci sono negati o si confondono, restando ambigui, sfocati. La “dimensione online” slatentizza comportamenti e gesti che nella realtà risulterebbero più oculati, pensati, magari evitati.

UN FENOMENO DRAMMATICAMENTE IN CRESCITA

I numeri purtroppo sono in netta ascesa: i dati italiani mostrano come l’incidenza del fenomeno nel nostro paese sia in linea con il panorama internazionale. Prendendo in considerazione un campione di 2000 studenti di età compresa tra i 12 e i 17 anni, il 25% ha dichiarato di essere stato vittima di cyber bullismo negli ultimi due mesi.
Il 31% dei tredicenni, percentuale che sale al 35% quando si tratta di ragazzine, dichiara di aver subito una o più volte atti di cyberbullismo. 
Il 56% , poi, dichiara di avere un amico che è stato vittima di attacchi online. Sui social network, la percentuale dei protagonisti degli episodi sale dal 31 al 45%. 
Sono dati allarmanti  che impongono agli adulti di porre particolare attenzione ai segnali.
Quali sono questi segnali?

 

I “SINTOMI” DEL CYBERBULLISMO

 

Gli elementi da osservare da parte della famiglia sono: 

– cambi di umore improvvisi;
– disturbi emotivi;
– problemi di salute fisica;
– dolori addominali;
– disturbi del sonno;
– nervosismo e ansia. 

 

Alla lunga, le vittime mostrano una svalutazione di sé e delle proprie capacità, insicurezza, difficoltà relazionali, fino a manifestare, in alcuni casi, veri e propri disturbi psicologici, tra cui ansia o depressione.

Nei casi più gravi queste persone decidono pure di togliersi la vita, per effetto dell’idea intrusiva, ossessiva di non poter gestire, arginare, eliminare dalla realtà l’offesa ricevuta. 

 

Dr.ssa Marilisa Amorosi
Direttore CSM ASL Pescara

 

 

Per approfondire ulteriori temi, vedi QUI lo “Speciale prevenire la depressione 2016”