3 Dicembre: Giornata Internazionale delle persone con disabilità

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Abbattere le barriere fisiche e psicologiche: questo il motto della Giornata della Disabilità, istituita nel 1981. Nel mondo sono circa un miliardo. In Italia quasi 3 milioni.


Quest’anno la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità si inserisce nell’appello dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per il “Raggiungimento di 17 Obiettivi per il futuro che vogliamo” indicati nell’ambiziosa Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un piano di azione globale che mira a “non lasciare indietro nessuno”.

La Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 dicembre è stata istituita nel 1981, Anno Internazionale delle Persone Disabili, per promuovere una più diffusa e approfondita conoscenza sui temi della disabilità, per sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita e per allontanare ogni forma di discriminazione e violenza.

Dal luglio del 1993, il 3 dicembre è diventato anche Giornata Europea delle Persone con Disabilità, come voluto dalla Commissione Europea, in accordo con le Nazioni Unite.

«Includere la disabilità nella scuola e nella vita di tutti i giorni comporta il benessere e la dignità delle persone direttamente coinvolte e della società tutta. Allo stesso tempo, la piena inclusione nella società resta ancora una sfida da vincere, per assicurare la partecipazione delle persone con disabilità al pari di tutti gli altri cittadini nei diversi momenti della vita: scuola, lavoro, salute, accessibilità e trasporti, qualità e uniformità dei servizi» commenta Dario Ianes, co-fondatore del Centro Studi Erickson.

La spesa per la disabilità è inferiore alla media europea
Le persone con disabilità saranno 4,8 milioni nel 2020. Ha un lavoro solo il 31,4% delle persone con sindrome di Down con più di 24 anni, appena il 10% delle persone con autismo over 20. E in Italia la spesa pubblica (437 euro pro-capite all’anno) è molto inferiore a quella media europea (535 euro).
Le famiglie in Italia non hanno sostegno se non quello scolastico
Dei 3 milioni di disabili, solo un milione e centomila fruiscono di indennità di accompagnamento. Oltre 200 mila adulti vivono ancora in istituto o in RSA, spesso in condizioni segreganti. Molte altre invece vivono “segregati” in casa, a causa dell’assenza di sostegno e supporto, se non al massimo quelli della famiglia. Il 70% delle famiglie con persone con disabilità non fruisce di alcun servizio a domicilio. Meno di 7 disabili su 100 contano, infatti, su forme di sostegno presso la propria abitazione. Questo significa che nella maggior parte dei casi le famiglie gestiscono da sole quello che i servizi non offrono.  

Infatti il modello di risposta alla disabilità del nostro welfare si basa in modo informale sulla famiglia, che non solo diventa il soggetto centrale della cura, ma spesso viene anche coinvolta nello stesso percorso di marginalità e isolamento che tende ad accentuarsi quando le persone con disabilità crescono. Fino alla minore età, le famiglie possono contare su uno dei pochi, se non l’unico, punti di forza della risposta istituzionale alla disabilità, cioè l’inclusione scolastica, che pur con tutti i suoi limiti e difficoltà rappresenta un’importante occasione di inclusione sociale.

Fonti:

Ufficio stampa Centro Studi Erickson
www.who.int
www.anffasms.it