Milano, 12 luglio 2017 – La più avanzata bioprotesi valvolare aortica attualmente disponibile a livello internazionale è stata impiantata con successo per la prima volta in Italia al Centro Cardiologico Monzino dall’equipe del Prof. Francesco Alamanni, direttore della Chirurgia Cardiovascolare.
Si chiama “Inspiris Resilia”, un nome che racchiude l’innovazione principale della valvola: un tessuto pericardico (Resilia), realizzato con tecnologie d’avanguardia, che conserva l’integrità, ritarda la calcificazione e ha prestazioni emodinamiche prolungate. Inoltre la bioprotesi è conservata a secco, è pronta all’uso ed ha una predisposizione all’impianto TAVI con tecnica valve-in-valve (VinV).
«È un’ottima notizia per chi deve affrontare una sostituzione valvolare aortica – spiega Alamanni-. Il paziente, soprattutto se giovane, ha due possibilità: o una protesi meccanica con terapia anticoagulante a vita, con i noti effetti collaterali di questi farmaci, o una protesi biologica, con la certezza di un reintervento dopo 10-15 anni, perché la bioprotesi inevitabilmente va incontro a degradazione. Il secondo intervento, tuttavia, può essere molto invasivo. La nuova valvola risolve questo problema perché la fascia di base dello stent è stata dotata di un sistema di apertura controllata, in pratica un anello espandibile, che consente di recuperare spazio utile per impiantare una TAVI. Una soluzione preziosa anche per pazienti con annulus aortico di ridotte dimensioni, che potrebbero richiedere una procedura di VinV in futuro».
Le TAVI (Transcatheter Aortic Valve Implantation, impianto valvolare aortico transcatetere) si fissano grazie ad uno stent, che si introduce con un catetere attraverso le arterie e si gonfia poi sull’anello aortico, e sono state concepite appunto per i pazienti critici, fra cui figurano coloro che necessitano di un reimpianto. «L’avvento delle TAVI e la possibilità di trattare le bioprotesi colpite da degenerazione strutturale con procedura Valve-in -valve ha ampliato le possibilità di scegliere la valvola biologica al posto della meccanica e Inspiris Resilia rende da oggi più facile questa scelta -continua Alamanni-. Anche le linee Guida AHA/ACC (American Heart Association e American College of Cardiology) appena pubblicate, portano a 50 anni la soglia di età alla quale è ragionevole scegliere una protesi biologica al posto di una meccanica, non più solo come conseguenza della difficoltà e/o impossibilità di assumere una terapia anticoagulante, ma anche in relazione ai valori ed alle preferenze del paziente».
Lo studio sul pericardio Resilia è iniziato nel 2004. Nel 2012, l’FDA ha autorizzato la costituzione di un trial clinico, il “Commence”: uno studio prospettico non-randomizzato che prevede la partecipazione di 31 Centri e l’arruolamento di 1.025 pazienti sottoposti a sostituzione valvolare aortica. Nel corso dell’ultimo congresso della Società Europea di Cardiochirurgia toracica, EACTS, che si è svolto nel 2016 a Barcellona, sono stati presentati i risultati preliminari sia del Commence Trial che quelli di un parallelo studio Europeo a 3 anni, ed entrambi hanno evidenziato prospettive incoraggianti.
«L’impianto di Inspiris Resilia continua una tradizione del Monzino – conclude Alamanni-. Siamo stati i primi in Italia ad applicare, pochi anni fa, la valvola aortica a rapido rilascio che si inserisce per via chirurgica e si fissa grazie ad uno stent sottovalvolare con soli tre punti di sutura, nello spirito di offrire ai pazienti le tecnologie e le metodiche all’avanguardia della cardiochirurgia moderna».
Redazione
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