Risparmiare sui farmaci senza perdere qualità

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Cosa sono i farmaci generici e perchè in Italia stiamo ancora spendendo troppo

 

 

 

Molto spesso in farmacia le persone si sentono confuse quando, abituate a prendere un farmaco con un certo nome ed una precisa confezione, si vedono consegnare dal farmacista un farmaco totalmente diverso. “E’  la stessa cosa, lo prenda. Se vuole l’altro deve pagare la differenza” è la tipica risposta del farmacista.

Sono i farmaci generici, che sarebbe meglio chiamare farmaci dal nome generico. Ad essere generico infatti non è il contenuto della pastiglia ma il nome.

Un farmaco possiamo chiamarlo in due modi: o col nome del principio attivo, ossia della sostanza contenuta, o con un nome di fantasia.

Prendiamo un caso noto, l’Aspirina.
Aspirina non è il nome della sostanza contenuta, quella si chiama acido acetil salicilico. Aspirina è il nome di fantasia dato alla compressa che contiene l’acido acetil salicilico.
E’ un po’ come quando si parla del Rimmel (addirittura citato in una canzone di De Gregori); si da per scontato di parlare del mascara in realtà Rimmel è il nome/marchio dell’azienda che produce uno
dei diversi tipi di mascara in commercio.

Un farmaco generico quindi è un farmaco che contiene le stesse quantità dello stesso principio attivo contenute nel farmaco di marca.

Semplicemente dopo un po’ di anni scade il brevetto dell’azienda che lo ha creato e quindi anche altre aziende possono produrlo.
Per poter essere autorizzato alla vendita un farmaco generico deve dimostrare di essere bioequivalente. Significa misurare la concentrazione del farmaco nel sangue dopo che questo è stato ingerito: se i valori non differiscono di più del 20% rispetto ai valori del farmaco originale allora si parla di farmaco generico.

Abbiamo chiesto al professor Alberto Corsini, farmacologo dell’Università degli Studi di Milano di spiegarci cosa sono i farmaci generici e che studi vengono fatti per garantire la loro efficacia

 

 

Sebbene sia più di 35 anni che nel mondo vengono venduti i generici in Italia si usano ancora poco. Per dare un’idea in Inghilterra e Francia il 60 – 70 % dei farmaci venduti sono generici mentre in Italia ne vengono venduti solo 20% di tutti i farmaci venduti in un anno. Per questa ragione nel 2013, spiega il prof. Sergio Garattini, direttore e fondatore dell’Istituto Mario Negri, sono stati spesi 1 mld di euro che potevano essere risparmiati.

 

 

Il professor Giorgio Colombo ed il suo team hanno studiato i dati di 350.000 pazientiper verificare se ci fossero differenze tra chi prende i farmaci originali e i farmaci generici. I risultati sono stati chiari: non solo non ci sono differenze ma chi prende i farmaci generici tende ad essere più aderente alla terapia perchè non viene disincentivato dal costo, seppur minimo, rappresentato dalla differenza da pagare per acquistare il farmaco di marca. Un farmaco generico infatti deve infatti costare almeno il 20% in meno rispetto al farmaco di marca.

 

 

 

Il tema è molto delicato, torneremo presto con altre informazioni. Ad esempio, che cos’è il principio attivo e cos’è l’eccipiente?

Per chi volesse approfondire qui può trovare la ricerca citata nell’articolo:
Off-Patent Generic Medicines vs. Off-Patent Brand Medicines for Six Reference Drugs: A Retrospective Claims Data Study from Five Local Healthcare Units in the Lombardy Region of Italy – PlosOne