Non tutti i tumori sono uguali

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Come si potrebbero evitare interventi e trattamenti inutili

 Dalla Svezia – tanto per fare un immediato esempio – non si può spedire posta affrancata con bolli argentini, né dalla Spagna con bolli israeliani…

Questo per dire che non tutti i tumori sono uguali: il tumore al seno di Franca R. può essere molto, molto diverso da quello di Jessica B.

Ce lo spiega il prof. Alberto  Costa, direttore della Scuola Europea di Oncologia, l’istituzione che a livello europeo si occupa di formare i nuovi oncologi, nonché di aggiornare quelli già esperti.

VIDEO: Oncologia personalizzata

Oggi definizioni come ‘tumore al seno’ o ‘cancro alla prostata’ stanno progressivamente perdendo valido senso scientifico perché all’interno di una stessa categoria come tumori al seno, ci sono malattie/patologie sostanzialmente diverse tra loro: alcune pericolose, che quindi devono essere affrontate in modo drastico, altre invece totalmente gestibili ricorrendo a trattamenti non estremamente ‘impegnativi’ per l’organismo dei/delle pazienti.

E’ in particolare grazie alla Genetica che l’approccio nella cura dei tumori sta molto cambiando. Se un tempo per identificare e definire il miglior approccio terapeutico possibile gli oncologi erano costretti a basarsi più che altro sulle statistiche relative alle diverse categorizzazioni di tumori, oggi grazie ai profili genetici personali si è invece in grado di riconoscere quale tipo di tumore ha il singolo paziente e, in base al suo profilo genetico, quale sia il tipo di trattamento più adatto.

Nuovi importanti benefici stanno arrivando così anche per il tumore alla prostata. Perché i ricercatori riescono a distinguere i tumori davvero pericolosi, quelli in grado di diffondersi nel resto del corpo e raggiungere gli altri organi, da quelli che tuttavia, pur essendo maligni, sono dormienti/inattivi.

Si possono, così, evitare operazioni inutili per tutti quei pazienti che hanno tumori prostatici non aggressivi, risparmiandogli spiacevoli effetti collaterali come l‘incontinenza e l‘impotenza. In questi casi è, infatti, sufficiente mantenersi sotto osservazione o, come si dice in gergo medico, ‘sotto sorveglianza attiva’.

In ogni modo è fondamentale affidarsi al proprio oncologo, confrontarsi con lui su ogni domanda, comprese quelle che nascono leggendo nel web notizie più o meno incoraggianti. La collaborazione medico-paziente è da sempre la chiave per un’ottimale terapia.

VIDEO: Tumore alla prostata: come si evitare le operazioni inutili