I benefici del sonno sui nostri neuroni

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Cosa succede se non dormiamo abbastanza?

E’ ormai già nota l’importanza del sonno per la nostra salute.

 

Troppo poco sonno è stato collegato con l’obesità, il diabete e problemi cardiovascolari. Di norma un adulto dovrebbe dormire tra le 7 e le 9 ore a notte.

 

Recenti ricerche dimostrano come un buon sonno giochi un ruolo importante nel rinforzare la rete di connessioni neuronali nel nostro cervello, migliorare la memoria e mantenere sano il cervello prevenendo perdite di tessuto nervoso.
Nei bambini il sonno è un elemento critico per la maturazione cerebrale. Durante il sonno si rafforzano le connessioni tra l’emisfero destro e quello sinistro. A dimostrarlo è un recente studio effettuato presso l’Università del Colorado. Questo studio è stato condotto su bambini di due, tre e cinque anni e ha mostrato come il sonno sia fondamentale per lo sviluppo del cervello.

Il sonno è collegato inoltre ai processi di immagazzinamento delle informazioni che abbiamo accumulato durante la giornata; a confermarlo è un recente studio realizzato presso l’Università di Tubingen. Nel sonno infatti ciò che abbiamo appreso durante il giorno viene immagazzinato nella memoria a lungo termine rendendo così più facili i successivi processi di apprendimento.
Infine dall’Università di Uppsala, in Svezia arriva un recente studio che dimostra come una carenza di sonno possa indurre una perdita di tessuto nervoso. Nello studio sono stati presi 15 uomini sani ai quali non è stato permesso di dormire per una notte intera. Successivamente hanno misurato le concentrazioni nel sangue di due molecole che tipicamente si trovano nel cervello: la NSE e la S-100B. I livelli nel sangue di queste due molecole erano aumentati in maniera significativa. L’aumento di concentrazione nel sangue di queste molecole viene tipicamente osservato in situazioni di danni cerebrali o neuro-degenerazione; questo indica che la privazione del sonno può indurre neuro-degenerazione e perdita del tessuto nervoso.

E’ importante quindi dormire tra le 7 e le 9 ore al giorno ed evitare comportamenti che possano indurre una perdita del sonno.
Tra questi comportamenti l’Università della Florida ha recentemente dimostrato come i fumatori in media dormano meno dei non fumatori, hanno stimato che ogni sigaretta fumata equivalga ad 1,2 minuti di sonno perso. Un altro comportamento da evitare è consumare caffè prima di andare a dormire, in alcuni casi sembra che gli effetti del caffè possano influire sul sonno fino a sei ore dopo la sua assunzione.
Anche l’uso di Smartphones e Tablet prima di andare a letto è stato associato alla perdita di sonno. E’ molto probabile che le attività che si fanno con essi non calmino ma al contrario eccitino la persona rendendole più difficile prendere sonno. Uno studio effettuato dalla Mayo Clinic ha però escluso che la luce emessa dagli schermi possa avere un effetto negativo sul sonno: si pensava infatti che la luce degli schermi potesse in qualche modo interagire con la secrezione di melatonina, l’ormone tipicamente legato ai ritmi sonno – veglia. Così non è.
Il sonno non è quindi solo importante per il nostro corpo e la forma fisica ma anche per il nostro cervello. Dormire tra le 7 e le 9 ore al giorno è fondamentale per migliorare le nostre capacità cognitive, rinforzare le connessioni nervose e prevenire la perdita di tessuto nervoso.

Per approfondire:
1- http://www.colorado.edu/news/releases/2013/11/20/connections-brains-young-children-strengthen-during-sleep-cu-boulder-study
2- http://www.alphagalileo.org/ViewItem.aspx?ItemId=137696&CultureCode=en
3- http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/13548506.2013.832782?journalCode=cphm20#.Ush05CTPyRt
4- http://www.aasmnet.org/articles.aspx?id=4331
5- http://newsnetwork.mayoclinic.org/discussion/are-smartphones-disrupting-your-sleep-mayo-clinic-study-examines-the-question-238cef
6- Jae-Hyun Kim, Kyung Ran Kim, Kyoung Hee Cho, Ki-Bong Yoo, Jeoung A. Kwon, Eun-Cheol Park. The Association between Sleep Duration and Self-Rated Health in the Korean General Population. Journal of Clinical Sleep Medicine, 2013; DOI
7- Ines Wilhelm, Michael Rose, Kathrin I Imhof, Bjöern Rasch, Christian Büechel, Jan Born. The sleeping child outplays the adult’s capacity to convert implicit into explicit knowledge. Nature Neuroscience, 2013; DOI: 10.1038/nn.3343