Oggi l’epatite virale miete più vittime della tubercolosi e l’HIV messi insieme e l’OMS punta a trattare l’80% delle persone affette da Epatite B e C entro il 2030.
I nuovi dati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) rivelano che circa 325 milioni di persone convivono con il virus dell’epatite B cronica (HBV) o con l’infezione da virus dell’epatite C (HCV).
Il Rapporto globale sull’epatite 2017 dell’OMS, indica che la grande maggioranza di queste persone non ha accesso a un test e alle terapie. Di conseguenza, milioni di persone sono a rischio di una lenta progressione verso la malattia cronica del fegato, il cancro e la morte.
«L’epatite virale è ora riconosciuta come una grande sfida per la salute pubblica, che richiede una risposta urgente – spiega Margaret Chan, direttore generale dell’OMS –. I vaccini e i farmaci per combattere l’epatite esistono, e l’OMS si sta impegnando a garantire che questi strumenti siano a disposizione di tutti coloro che ne hanno bisogno».
Crescita della mortalità, nuove infezioni
L’epatite virale ha causato 1,34 milioni di morti nel 2015, un numero comparabile ai decessi causati dalla tubercolosi e dall’HIV. Tuttavia, mentre la mortalità da tubercolosi e HIV è in calo, le morti per epatite sono in aumento.
Circa 1,75 milioni di persone sono state infettate da HCV nel 2015, portando il totale globale di persone che vivono con l’epatite C a 71 milioni.
Anche se le morti complessive causate dall’epatite sono in aumento, le nuove infezioni di HBV stanno diminuendo, grazie ad una maggiore coperta della vaccinazione da HBV nei bambini.
A livello globale, l’84% dei bambini nati nel 2015 ha ricevuto le tre dosi raccomandate di vaccino contro l’epatite B. Tra l’epoca pre-vaccino (che secondo l’anno di introduzione può variare dagli inizi degli anni ’80 agli inizi del 2000) e il 2015, la percentuale di bambini sotto i cinque anni con nuove infezioni è scesa dal 4,7 all’1,3 per cento.
Tuttavia, si stima che nel 2015 circa 257 milioni di persone, in maggioranza adulti nati prima dell’introduzione del vaccino contro l’HBV, avessero l’infezione cronica da epatite B.
Distribuzione regionale delle epidemie e punti caldi
I livelli di Epatite B variano notevolmente tra le regioni dell’OMS, con l’area africana e quella del Pacifico occidentale a condividere il peso maggiore.
(Aree suddivise per uffici regionali dell’OMS)
- Pacifico Occidentale: 6,2% della popolazione (115 milioni di persone)
- Africa: 6,1% della popolazione (60 milioni di persone)
- Mediterraneo orientale: 3,3% della popolazione (21 milioni di persone)
- Sud-Est asiatico: 2% della popolazione (39 milioni di persone)
- Europa: 1,6% della popolazione (15 milioni di persone)
- Americhe: 0,7% della popolazione (7 milioni di persone)
Oggi, iniezioni non sicure nelle impostazioni sanitarie e l’uso di droga iniettabile, sono considerate le vie più comuni per la trasmissione di HVC
La distribuzione regionale di HVC è suddivisa in:
- Mediterraneo orientale: 2,3% della popolazione (15 milioni di persone)
- Europa: 1,5% della popolazione (14 milioni di persone)
- Africa: 1% della popolazione (11 milioni di persone)
- Americhe: 1% della popolazione (7 milioni di persone)
- Pacifico occidentale: 1% della popolazione (14 milioni di persone)
- Sud-est asiatico: 0,5% della popolazione (10 milioni di persone)
Basso accesso al trattamento
Attualmente, non c’è alcun vaccino contro l’HCV e l’accesso al trattamento per HBV e HCV è ancora basso.
La “Global Healt Sector Strategy on viral hepatitis” dell’OMS, punta a testare il 90 per cento e a trattare l’80 per cento delle persone affette da HBV e HCV, entro il 2030.
La relazione, inoltre, rileva che solo il 9 per cento di tutte le infezioni da HBV ed il 20 per cento di tutte le infezioni da HCV sono state diagnosticate nel 2015. Una frazione ancora più bassa, l’8 per cento di coloro a cui era stata diagnosticata l’infezione HBV (1,7 milioni di persone) erano in trattamento e solo il 7 per cento dei pazienti con diagnosi da infezione HVC (1,1 milioni di persone), avevano iniziato il trattamento curativo, durante quell’anno.
L’infezione da HBV richiede un trattamento permanente e raccomanda l’uso del Tenofovir, farmaco già ampiamente utilizzato nel trattamento dell’HIV. L’epatite C può essere curata in un tempo relativamente breve, utilizzando gli antivirali ad azione diretta ad alta efficacia (DAAs).
«Siamo ancora in una fase iniziale della risposta all’epatite virale ma la via da seguire sembra promettente – dichiara Gottfried Hirnschall, direttore del Dipartimento HIV e del Programma Globale sull’Epatite -. Più Paesi stanno rendendo disponibili, per le persone in difficoltà, un test diagnostico che costa meno di un dollaro e la cura per l’epatite C può essere inferiore ai 200 dollari. I dati evidenziano chiaramente l’urgenza con cui dobbiamo affrontare le lacune in fase di test e nei trattamenti».
I progressi nei Paesi
La “Relazione globale sull’epatite, 2017” dell’OMS dimostra che, nonostante le sfide, alcuni Paesi stanno facendo passi avanti per aumentare i servizi per contrastare l’epatite.
La Cina ha raggiunto un’elevata copertura (96%) per la tempestiva dose alla nascita dei vaccini HBV, e ha raggiunto l’obiettivo di controllo dell’epatite B con una prevalenza inferiore all’1% nei bambini al di sotto dei 5 anni, nel 2015.
La Mongolia ha migliorato il trattamento dell’epatite includendo farmaci anti HBV e HCV nel suo sistema nazionale di assicurazione sanitaria, che copre il 98% della sua popolazione.
In Egitto, la concorrenza dei generici ha ridotto il prezzo di una cura di tre mesi per l’epatite C, da 900 dollari nel 2015, a meno di 200 dollari nel 2016.
Oggi in Pakistan, lo stesso percorso costa poco più di 100 dollari.
Il miglioramento dell’accesso alle cure dell’epatite C, ha ricevuto una spinta alla fine di marzo 2017, quando l’OMS ha prequalificato il principio attivo generico Sofosbuvir. Questo passo permetterà a più paesi di produrre medicinali contro l’epatite ad un prezzo accessibile.
Baseline per eliminazione
La relazione globale presentata dall’OMS, mira a fornire un punto di partenza per l’eliminazione dell’epatite, indicando statistiche di base sulle infezioni da HBV e HCV, compresa la mortalità, i livelli di copertura e gli interventi fondamentali.
L’epatite B e C – i due dei principali dei cinque tipi di infezioni da epatite – sono responsabili del 96 per cento della mortalità epatica globale.
Redazione
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