Le persone più anziane affette da Sclerosi Multipla Secondariamente Progressiva (SM-SP) sono più soggette ad affaticamento e disfunzionalità muscolari negli arti inferiori rispetto a coloro colpiti da altre forme di Sclerosi Multipla.
Questo quanto è stato rilevato in uno studio preliminare presentato lo scorso aprile al 69° incontro annuale dell’Accademia Americana di Neurologia tenutosi a Boston.
“È probabile che i partecipanti allo studio con questi sintomi passino dalla forma Recidivante-Remittente (SM-RR) a quella Secondariamente Progressiva (SM-SP) entro 5 anni”, ha affermato la dottoressa Bianca Weinstock-Guttman dell’Università di Buffalo e membro dell’Accademia Americana di Neurologia. “Una migliore comprensione di coloro che sono a maggior rischio di peggiorare potrebbe eventualmente aiutarci a realizzare trattamenti specifici su misura per queste persone”.
Approssimativamente, circa l’85% delle persone a cui viene diagnosticata la Sclerosi Multipla, ha inizialmente la forma Recidivante-Remittente, nella quale si presentano episodi acuti di malattia (ricadute) alternati a periodi di benessere (remissioni).
Molte persone passano alla forma Secondariamente Progressiva, che non ha ampie oscillazioni nei sintomi, piuttosto una disabilità persistente che progredisce gradualmente nel tempo (cfr. www.aism.it ).
Mentre alcuni farmaci sono in grado di rallentare o persino fermare la progressione della Sclerosi Recidivante-Remittente, altrettanto non può essere detto per quelli utilizzati per la Sclerosi Secondariamente Progressiva.
Lo studio
Allo studio sono stati sottoposti 155 pazienti, dai 50 anni in su, affetti da almeno 15 anni dalla Sclerosi Multipla Recidivante-Remittente, di cui sono stati valutati i sintomi e il livello di disabilità.
A distanza di 5 anni (termine dello studio), il 30% dei pazienti aveva sviluppato la forma di Sclerosi Multipla Secondariamente Progressiva.
Questi pazienti hanno riportato diversi sintomi peggiorativi rispetto a coloro che non sono progrediti alla forma SM-SP, tra cui affaticamento e disfunzionalità agli arti inferiori, come debolezza o spasmi.
È stato registrato che i pazienti la cui malattia è progredita erano più anziani all’inizio dello studio (in media 55 anni) rispetto a coloro che sono rimasti stabili (52 anni).
“Ulteriori ricerche devono essere fatte, tuttavia questo studio ci avvicina alla comprensione di quali persone adulte affette da Sclerosi Multipla possano essere più a rischio di peggioramento […] Con una popolazione che invecchia, questa informazione potrebbe essere vitale sia per i malati, che per le loro famiglie e per i responsabili delle politiche che prendono decisioni per la loro cura”, ha concluso la dottoressa Weinstock-Guttman.
Fonti:
Weinstock-Guttman et all, How Can We Predict Whose MS Will Worsen?, American Academy of Neurology (AAN)
Redazione
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