Antibiotici: la nuova arma per la lotta al cancro

242
Extreme close-up view of various colored pills
Tempo di lettura: 2 minuti

Una ricerca dell’Università di Pavia, finanziata dall’AIRC, ha scoperto che alcuni vecchi antibiotici potrebbero inibire lo sviluppo di tumori e leucemie. 

Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell’Università di Pavia guidato dal Prof. Andrea Mattevi e in collaborazione con il gruppo del Prof. Antonello Mai dell’Università la Sapienza di Roma, ha scoperto, grazie a una ricerca finanziata dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), che le molecole presenti in alcuni vecchi antibiotici potrebbero aiutare nella lotta ai tumori. 

Lo studio, pubblicato sull’autorevole rivista internazionale Science Advances, ha individuato che i composti naturali presenti negli antibiotici polimixina B e polimixina E, oggi spesso utilizzati nel trattamento di infezioni antibiotico-resistenti, sono in grado di inibire la funzione della proteina istone demetilasi LSD1, che è correlata all’insorgenza del cancro.

L’enzima LSD1 si è già dimostrato essere un possibile nuovo bersaglio per la cura del cancro, in quanto è risultato essere coinvolto nella regolazione del destino cellulare e nello sviluppo di tumori solidi e leucemia.
Attualmente non si è ancora riusciti a inibire in maniera irreversibile l’enzima, ma il gruppo di biologia strutturale dell’Università di Pavia, grazie a studi di cristallografia a raggi X, è riuscito a dimostrare che la struttura macrociclica delle polimixine B ed E, formando una sorta di corona, riesce ad interagire con l’istone LSD1, bloccandone l’attività

Ecco quindi che i vecchi farmaci antimicrobici potrebbero, in un momento in cui l’antibiotico-resistenza è divenuta negli anni uno dei maggiori problemi sanitari a livello mondiale, ritornare ad avere una nuova vita e aprire la strada a nuove possibilità nel campo della ricerca oncologica.

“La speranza – commenta Andrea Mattevi –  è che, grazie al sostegno di AIRC, composti di origine naturale come le polimixine, possano essere rivalutati per il trattamento simultaneo di infezioni batteriche nel contesto di altre patologie correlate all’istone demetilasi LSD1, quali leucemia e tumori solidi, aprendo la strada allo sviluppo di nuovi inibitori epigenetici.”

Fonti
Speranzini, V., Rotili, D., Ciossani, G., Pilotto, S., Marrocco, B., Forgione, M., … Mattevi, A. (2016). Polymyxins and quinazolines are LSD1/KDM1A inhibitors with unusual structural features. Science Advances, 2(9), e1601017. http://advances.sciencemag.org/content/2/9/e1601017