La casa, intesa non già come dimensione meramente fisica, corrispondente a un qualche indirizzo geografico, bensì come la sede in cui l’individuo incontra, per la prima volta, se stesso e gli altri è l’oggetto delle riflessioni che studiosi ed esperti di varie discipline realizzano nel recentissimo volume edito da Edward Elgar Publishing, dal titolo “The Home. Multidisciplinary Reflections”, a cura di Antonio Argandona.
La casa è vista come il luogo privilegiato della cura, ovvero di quella relazione, spesso inter-generazionale, che può essere condizionante dello stato di salute non solo del singolo ma della società tutta. Sono, del resto, trascorsi 70 anni da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la salute come un completo stato di benessere fisico, mentale e sociale e non come semplice assenza di malattie e infermità. Sulla scia di tale illuminante definizione, guardare alla casa come al luogo privilegiato in cui si estrinseca la relazione di cura risulta investimento teoretico importante per rispondere a una domanda cruciale, ovvero come creare condizioni di salute e di benessere individuale e collettivo. Domanda che dovrebbe logicamente e cronologicamente precedere tutte le domande attinenti la diagnosi e il trattamento degli stati di morbilità. A tale domanda, “The Home. Multidisciplinary Reflections” tenta di dare delle risposte, conducendo il lettore in un’affascinate percorso all’interno della casa individuale e comune, attraverso sentieri che vedono nella dimensione umana, prima ancora che spaziale, economica e politica, il luogo privilegiato di gestazione dello sviluppo del singolo e del progresso della società.
Maria Rosaria Brizi
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