Mi sento in dovere di condividere queste righe per spiegare chi siamo noi farmacisti e qual è il nostro contributo al sistema sanitario.
Già perché in questo periodo di emergenza Coronavirus sembra quasi che o non esistiamo, o siamo solo degli speculatori che approfittano della situazione per guadagnarci.
Eppure noi siamo sempre stati lì, al nostro posto, con la farmacia aperta, al servizio di tutti, anche di che è più debole di altri.
Persino gli studi medici hanno chiuso, ma noi no. All’inizio non avevamo protezioni, mascherine, divisori in plexiglass: lo Stato non ci ha fornito nessun Dpi per uso personale.
Avevamo paura ma siamo stati sempre in prima linea con pazienza, professionalità ed un sorriso (anche poi nascosto dalla mascherina), per dar retta a tutti, soddisfare, per quanto ci era possibile, tutti.
Ci siamo dati da fare per informarci ed informare, supportare ed aiutare tutte le persone, sopratutto quelle più fragili e gli anziani. In certi casi ci siamo impegnati a fare anche consegne a domicilio.
Ma i media ci hanno ignorato, come se noi non facessimo parte della sanità .
Certo nulla in confronto all’impegno eroico di medici ed infermieri.
Non dimentichiamo però che anche molti nostri colleghi sono morti di Covid19 o si sono infettati e sono stati costretti a trovare un modo per continuare a tenere aperta la farmacia, per dare sempre quel servizio utile ed indispensabile. La farmacia è il punto di riferimento a cui tutti si possono rivolgere per chiarimenti, e senza obbligo di acquisto!
Ci siamo impegnati per reperire mascherine, guanti e gel disinfettanti con il risultato che ad alcuni colleghi sono poi state sequestrate ed in generale è stata fatta passare l’idea che siamo degli speculatori, approfittatori.
Ma noi non ci siamo mai arresi. Pian piano, con impegno, dandoci da fare, anche preparando in prima persona i gel disinfettanti…
Già perché noi siamo farmacisti e, dopo anni di studi di chimica, farmacologia e tecnica farmaceutica siamo anche in grado di preparare prodotti.
Pian piano, dicevo, siamo riusciti ad arginare le mancanze di altri, abbiamo reperito mascherine italiane ad un prezzo contenuto, euro 1,50… e a quel punto…la magia!!
In una notte, il costo è passato, per decreto, a 0,50 centesimi, pur non essendo al momento, reperibili. E così siamo diventati il capro espiatorio. Noi fatti passare come speculatori che volevamo solo guadagnare triplicando il prezzo!
Non sto a raccontare dei continui controlli da parte dei NAS e della Finanza per verificare la correttezza delle modalità di vendita e quant’altro…
Mi rendo conto che questa mia chiacchierata, questo sfogo, potrebbe non essere capito, ma, ripeto, vorrei finalmente ottenere più rispetto per noi Farmacisti che siamo a tutti gli effetti una colonna importante del sistema sanitario.
Siamo da sempre i primi referenti a cui la gente si rivolge quando ha bisogno di un consiglio, siamo il primo filtro e, da sempre, svolgiamo la nostra professione con passione, pazienza, professionalità e rispetto della persona che abbiamo davanti.
E quella persona, per noi, non è un numero, ma qualcuno da ascoltare, consigliare, rispettare ed, a volte, confortare e rassicurare.
Paola Padulli
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