La dieta chetogenica si è dimostrata essere uno strumento efficace ed utilizzabile nella gestione dei sintomi del diabete, che influenza positivamente sullo stato di salute del malato. Ma prima di intraprendere una dieta è sempre bene chiedersi “perchè voglio cambiare?”.
Semplificando, il diabete è una malattia metabolica in cui il corpo ha elevati livelli ematici di glucosio.
Si tratta di una delle malattie croniche più comuni nel mondo, che nel 2014, ha colpito circa 387 milioni di persone in tutto il mondo.
Il diabete raddoppia il rischio di malattie cardiovascolari, come le malattie coronariche e l’ictus; può danneggiare i piccoli vasi negli occhi e portare a complicanze come cecità e malattie renali.
Diabate di tipo I e II
Ci sono due ragioni per cui questo si verifica. In alcune persone, non vi è sufficiente produzione di insulina, un ormone prodotto dal pancreas che abbassa i livelli di glucosio nel sangue. Le persone che soffrono di bassi livelli di insulina soffrono di diabete di tipo I e coprono circa il 5 -10% di tutti i diabetici.
Il diabete di tipo I è di solito ereditario e nella maggior parte dei casi prevede l’uso di insulina iniettabile per mantenere livelli adeguati di glucosio nel sangue. L’altro 90%-95% delle persone con diabete sono diabetici di tipo II. In questa caso, le cellule del corpo non reagiscono all’insulina e quindi non riescono ad usare lo zucchero nel sangue.
Il diabete di tipo 2 non è ereditario. Tuttavia, lo stile di vita, alto peso corporeo, scarsa attività fisica e abitudini alimentari sbilanciate aumentano il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Il diabete tipo 2 solitamente può essere gestito attraverso il miglioramento delle abitudini alimentari e dello stile di vita e anche utilizzando farmaci adeguati.
Il risultato finale nel diabete tipo 2 è una maggiore concentrazione di glucosio nel sangue. Nel tempo, questo elevato livello di glucosio porta ad un aumento della produzione di insulina, un aumento del livello di trigliceridi e, in generale, aumento del peso corporeo. A causa di glucosio in eccesso, l’emoglobina, per usare un termine culinario, viene glassata, ossia si lega allo zucchero. Questa emoglobina “rivestita di zucchero” viene chiamata HbA1c. La percentuale di HbA1c è una misura importante per i medici per determinare se si ha il diabete e come si evolve. Se non gestita correttamente, l’alta glicemia nel diabete può danneggiare i vasi sanguigni e portare a diverse malattie.
La dieta chetogenica
La dieta chetogenica è nata come uno strumento per il trattamento di malattie neurologiche, come l’epilessia.
Recenti ricerche suggeriscono che nelle persone con diabete una dieta ad alto contenuto di grassi e a basso contenuto di carboidrati possa aiutare il controllo del glucosio, dei trigliceridi, dell’insulina e del peso corporeo.
Quindi la “Ketodiet”, cioè la dieta chietogenica, può essere considerata uno strumento efficace ed utilizzabile nella gestione dei sintomi del diabete, al fianco di esercizio fisico e farmaci.
Ma non solo, diversi studi hanno dimostrato che la dieta può avere benefici per un’ampia varietà di condizioni patologiche: malattie cardiache, cancro, malattia di Alzheimer, epilessia, morbo di Parkinson, sindrome dell’ovaio policistico, lesioni cerebrali e acne.
Tuttavia, bisogna tenere presente che la ricerca in molte di queste aree è ben lontana dall’essere esaustiva.
Può il “grasso” combattere il diabete?
In soggetti di sesso maschile in sovrappeso, aderendo ad una dieta chetogenica a basso tenore di carboidrati, si è in grado di ridurre i marcatori chiave relativi al diabete di tipo II, come l’indice di massa corporea, il peso corporeo, ed i livelli di glucosio nel sangue, trigliceridi, e emoglobina A1c.
In uno studio durato 24 settimane, i ricercatori hanno reclutato 84 soggetti obesi con diabete di tipo 2 e casualmente divisi in due gruppi. Il primo gruppo di 42 ha ricevuto una dieta a basso indice glicemico con un deficit giornaliero di 500 calorie. Il secondo gruppo ha mangiato una dieta chetogenica ad alto contenuto di grassi e a basso contenuto di carboidrati con meno di 20 grammi di carboidrati al giorno, senza restrizione calorica.
Entrambi i gruppi sono stati anche sottoposti a identica attività fisica, supporto nutrizionale e psicologico. I ricercatori hanno misurato gli indicatori chiave, tra cui il glucosio a digiuno, indice di massa corporea (BMI), il peso corporeo (kg) e emoglobina A1c, all’inizio dello studio, nel punto medio (Settimana 12), e alla fine (settimana 24).
Entrambi i gruppi non hanno subito effetti negativi di rilievo nello stato generale di salute. Nei 29 soggetti che hanno completato con successo la dieta ipocalorica, i ricercatori hanno osservato una riduzione media del 16% di glucosio a digiuno, 2,7 riduzione BMI, e la perdita di 6,9 kg di peso corporeo. Tuttavia, nei 21 soggetti che hanno completato con successo la dieta a chetogenica basso contenuto di carboidrati, i soggetti hanno sperimentato una riduzione media del 19,9% nel glucosio a digiuno, 3,9 diminuzione del BMI, e la perdita di 11,1 kg di peso corporeo.
Rispetto alla dieta a calorie limitate, i soggetti che hanno seguito la dieta chetogenica hanno sperimentato una riduzione di tre volte superiore per quanto riguarda il livello di emoglobina A1c (1,5% vs. 0,5%). Oltre ad osservare un maggiore miglioramento dei marcatori legati al diabete, i ricercatori hanno osservato una riduzione maggiore dell’utilizzo di farmaci nei soggetti che hanno subito il trattamento con la dieta chetogenica.
La dieta chetogenica può aiutare quindi a perdere il grasso in eccesso, che è strettamente legato al diabete di tipo 2, al pre-diabete e alla sindrome metabolica. Tuttavia poiché la caduta di glucosio può essere molto improvvisa, è molto importante controllare il glucosio nel sangue durante una dieta chetogenica.
I consigli dell’Health Coach
Prima di intraprendere ogni dieta è consigliabile parlare con il medico o con il dietista per vedere se fa al caso vostro.
E prima di tutto domandatevi sempre “perchè!?”. Ogni tipo di dieta è uno sforzo mentale e anche fisico per i cambiamenti che ne comporta.
Domandatevi quindi sempre perché volete cambiare, il come cambiare lo deciderete insieme ai vostri medici o ai vostri consulenti di fiducia.
Senza il perché, vero e sincero, il come non avrà successo. Quindi non esitate…ognuno di noi ha un perchè che porta risultati!
Fonti:
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Mirko Bandera
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