Le istituzioni non ci hanno mai coinvolto: lettera aperta dei medici di famiglia

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In questa emergenza COVID-19 i medici di famiglia hanno gestito oltre l’85% dei pazienti positivi eppure non sono mai stati coinvolti direttamente dalle Istituzioni. Riceviamo e pubblichiamo questa lettera aperta della Società Italiana di Medicina Generale di Lombardia e Milano e Provincia.

Caro Collega,

A distanza di oltre due mesi all’inizio dell’emergenza COVID è opportuno fare un primo bilancio, una serie di osservazioni e di proposte come coordinamento regionale della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG).

La prima fase dell’emergenza ha avuto un’attenzione e uno sviluppo esclusivamente nosocomiale con coinvolgimento delle Unità di Terapia Intensiva, rimodulazioni di reparti ospedalieri, ospedali da campo, reparti COVID dedicati, giustificato da un carico di pazienti significativo nella nostra Regione sul totale dei casi su tutto il territorio nazionale (220 mila casi e oltre 30 mila morti).

Possiamo sottolineare che le istituzioni, dal Ministero della Salute all’Istituto Superiore di Sanità, non hanno considerato la Medicina Generale come attore di un Sistema Sanitario chiamato ad una sfida importante. Come Società Scientifica abbiamo dovuto mettere in atto una serie di documenti e strumenti di carattere organizzativo, gestionale e clinico per l’assistenza e la cura delle migliaia di pazienti non ricoverati che, ricordiamolo, nell’85% dei casi ha vissuto la malattia dal punto di vista clinico, sociale e psicologico solamente con il proprio Medico di Famiglia.

Per tutto quello che è successo NON CI SIAMO SENTITI VALORIZZATI E SEGUITI IN QUESTA SITUAZIONE.

Siamo stati costretti a rispondere all’emergenza con i propri e pochi mezzi e le Istituzioni, sia a livello nazionale che a livello regionale non si sono mai accorte di noi, non ci hanno mai coinvolto nelle decisioni e non hanno mai sentito i nostri pareri come se una fetta importante della Sanità, quella della Medicina Generale di questo Paese, che loro enunciano, sempre a parole, come un nodo fondamentale del sistema, non esistesse.

Ebbene qual è il nostro ruolo corrente, il nostro ruolo giuridico, quali sono le nostre funzioni, quali sono le nostre capacità e l’efficacia dei nostri interventi?

Quello che è successo e quello che sta succedendo sembra non dare alcuna risposta a queste domande.

Osserviamo una Medicina Generale non coordinata, che non ha ricevuto alcuna indicazione operativa e non ha ricevuto alcuna attenzione dalle Istituzioni Nazionali e Regionali tanto che si è dovuta organizzare dal proprio interno, interpretare un ruolo e organizzare una risposta.

Una dimostrazione di ciò è la decisione della Regione Lombardia di mettere a punto uno strumento di teleassistenza e di telemonitoraggio per i pazienti domiciliari by-passando la medicina generale e le cooperative di medici che spontaneamente avevano già attivato il servizio.

In questo momento di Fase 2 dove gli ospedali si stanno progressivamente svuotando, le terapie intensive supplementari stanno chiudendo, e i reparti COVID si stanno smantellando, è importante sapere cosa succede sul territorio, nelle comunità e nelle case.

Solo i Medici di Medicina Generale hanno un ruolo originale di stretta interfaccia con le persone e con le loro famiglie, perché sono in grado di OSSERVARE, INDIVIDUARE, REGISTRARE, STUDIARE, ANALIZZARE, INTERPRETARE E COMPRENDERE i microfenomeni.

Chiediamo con forza che in questa Fase 2 la Medicina Generale possa sottolineare la propria presenza e definire chiaramente il ruolo di vicinanza alla popolazione e al Sistema Sanitario Nazionale e Regionale.

A dimostrazione che siamo sincronizzati con il momento in evoluzione, abbiamo pubblicato sul nostro sito un documento che vuole essere uno strumento d’aiuto al MMG nell’approccio in sicurezza alla persona, utilizzando al meglio la tecnologia esistente e fornendo modalità procedurali per la graduale ripresa della attività assistenziali nei confronti dei milioni di pazienti cronici, dei pazienti fragili e complessi e in terminalità e di coloro che necessitano di prestazioni non differibili.

Questo documento riassume una forte volontà da parte della Medicina Generale, in tutte le sue espressioni generazionali, di sottolineare il nostro ruolo nel territorio e nelle case dei nostri assistiti ma anche un richiamo alle Istituzioni Regionali affinché si possa interloquire attivamente e propositivamente.

Facciamo presente che non ci muoviamo in alternativa ai sindacati presenti sui tavoli istituzionali con il fondamentale compito di portare avanti le trattative per dare concretamente seguito a quanto programmato in sintonia con l’ACN vigente. Crediamo nella sinergia delle forze, ognuna con il proprio ruolo per concorrere al risultato finale: il GOVERNO DEL TERRITORIO.

Chiediamo pertanto in maniera forte che la pagina 19 dedicata alle Cure Primarie nel Piano Socio- Sanitario Integrato 2019-2023 licenziato da Regione, ci veda tra gli interlocutori nella declinazione delle azioni delle Cure primarie.

Nella sua eccezionalità e drammaticità il Coronavirus ci ha insegnato cinque parole: RAPIDITÀ, COORDINAMENTO, FORMAZIONE, COMPETENZA e TECNOLOGIA che SIMG ha nel proprio DNA fin dalle sue origini.
Facciamone tesoro.

Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie

Dr. Alessandro Politi Dr Aurelio Sessa

Segretario S.I.M.G. Milano e provincia A nome del Coordinamento Regionale