I ricercatori della Northwestern University hanno immortalato la “scintilla” del concepimento, una scoperta destinata a rivoluzionare la fecondazione in vitro.
È la scintilla che dà inizio alla vita. Un piccolo big bang causato dall’incontro tra uno spermatozoo ed un ovulo, che porterà alla nascita di un nuovo essere umano.
I ricercatori della Northwestern University di Chicago sono riusciti a immortalare questo fenomeno, da apparire alla vista una piccola eclissi, fatta di piccole scintille che eruttano nel momento esatto del concepimento; fenomeno già noto in altri animali e visto per la prima volta negli esseri umani.
E la dimensione di quel flash, di quel piccolo Big Bang, può determinare la qualità della fecondazione.
Gli scienziati hanno notato, infatti, che alcuni ovuli hanno una maggiore luminosità rispetto ad altri durante il concepimento e, quindi, hanno migliori probabilità di formare un bambino sano.
La scoperta, insomma, potrebbe andare in aiuto ai medici per scegliere i migliori ovuli da fecondare durante la fecondazione in vitro.
Come confermato da Teresa Woodruff, biologa, controllare l’intensità della “scintilla” durante la fecondazione in vitro, permette di sapere subito quali ovuli siano i migliori per il successivo trasferimento degli embrioni.
Secondo le ricerche circa il 50 per cento degli ovuli fecondati non si sviluppano correttamente e gli scienziati ritengono che il responsabile principale possa essere un codice genetico difettoso.
Attualmente, alcune cliniche monitorano l’embrione durante la fase di sviluppo, per verificare l’insorgere dei problemi o la presenza di mutazioni genetiche, tuttavia si tratta di una procedura invasiva e che può risultare dannosa.
Questa scoperta, insomma, permette di fare un’analisi non invasiva, con una risposta immediata, prima di impiantare l’embrione, come affermato da Eva Feinberg, co autrice della scoperta.
Come si genera il flash?
Da un aumento di calcio che innesca il rilascio di zinco nell’ovulo, che avviene quando lo spermatozoo entra.
Il rilascio di zinco si lega ad altre molecole, causando una fluorescenza che può essere vista dalla fotocamera dei microscopi; quindi il fenomeno può essere visto al di fuori della cellula come spiegato dal professor Tom O’Halloran, co autore della ricerca.
La scoperta è stata fatta da Nan Zhang, un borsista post-doc (post dottorato), alla Northwestern.
Ancora oggi, si sa poco degli eventi che si verificano al momento della fecondazione, in quanto è difficile catturare l’ora precisa in cui uno spermatozoo entra nell’ovulo.
Lo studio è stato pubblicato il 26 aprile: e lo puoi trovare nel sito ufficiale dell’università
Nicola Cappello
Ultimi post di Nicola Cappello (vedi tutti)
- Due milioni di lupi per Cappuccetto Rosso - Luglio 28, 2017
- Come i Millennials stanno cambiando il concetto di Salute - Marzo 2, 2017
- Attenti ai falsi profeti - Luglio 6, 2016