Uno studio, che affonda le radici nella fisica teorica, indaga le differenze e le analogie tra le cellule staminali negli animali e nei vegetali.
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica PLoS ONE, è guidato dal ricercatore Carsten Peterson, professore presso la Facoltà di Scienze dell’Università di Lund.
Lo studio
Formulando equazioni matematiche, i ricercatori hanno eseguito uno studio dettagliato sulle proteine che sono centrali alle cellule staminali nei mammiferi e nelle piante. Le proteine sono legate ai geni che controllano le cellule staminali. In particolare, i ricercatori hanno studiato come queste proteine interagiscano reciprocamente.
Le considerazioni
“Anche se le proteine delle cellule staminali animali ed in quelle vegetali  sono molto diverse se studiate separatamente, ci sono grandi somiglianze nei modi in cui interagiscono, cioè come si rafforzano o si indeboliscono“, dice Carsten Peterson.
Le cellule vegetali sono più flessibili
Le equazioni matematiche dimostrano che differenze molto piccole sono sufficienti per spiegare perché le cellule vegetali sono così flessibili mentre le cellule dei mammiferi richiedono una riprogrammazione artificiale per tornare ad uno stato di cellule staminali.
“Quando le cellule sono influenzate esternamente, in modo artificiale per gli animali o naturale per le piante, Â le differenze minori nell’interazione svolgono un ruolo maggiore e sembrano essere di maggiore importanza”, afferma Carsten Peterson.
Le considerazioni
Egli ritiene che rimane molto lavoro per quanto riguarda l’efficienza della riprogrammazione delle cellule animali e pertanto spera che le intuizioni del mondo vegetale possano contribuire alla loro efficienza. L’attuale studio fornisce indizi sul perché è molto più facile creare una cellula che torni ad essere una cellula staminale nei vegetali rispetto ai mammiferi.
La riprogrammazione cellulare
La riprogrammazione è oggi una parola utilizzata frequentemente nei contesti delle cellule staminali, sin dal premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel 2012. Uno dei vincitori del premio, Shinya Yamanaka, ha dimostrato come manipolare esternamente le cellule per tornare a uno stato di cellule staminali embrionali aumentando la concentrazione di alcune proteine.
Tornare indietro in stati di cellule staminali embrionali ha un potenziale enorme in contesti clinici, infatti la riprogrammazione ha aperto la strada a notevoli possibilità di ricerca e cura di diverse malattie.
Il processo che mira alla rigenerazione di organi o tessuti danneggiati da malattie, traumi o dal semplice invecchiamento, attraverso l’utilizzo di cellule staminali è conosciuto come medicina rigenerativa.
Fonti:
http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0175251
Redazione
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