Identificati geni coinvolti nell’invecchiamento del cervello

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cellule staminali neuronali
Colonie cellulari ottenute coltivando in vitro le cellule staminali neurali del cervello adulto di topo.
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Un team di ricercatori della Sapienza e del Babraham Institute di Cambridge, ha identificato oltre 250 geni coinvolti nell’invecchiamento del cervello. Tra questi il gene Dbx2 responsabile del rallentamento della crescita delle staminali neurali. Lo studio è pubblicato sulla rivista Aging Cell

Un gruppo di geni coinvolti nell’invecchiamento del cervello correlato all’età è stato identificato dal team di ricerca del Dipartimento di Biologia e biotecnologie “C. Darwin” della Sapienza, in collaborazione con il Babraham Institute di Cambridge. I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Aging Cell, mostrano che uno di questi geni, denominato Dbx2, può determinare un invecchiamento precoce delle cellule staminali neurali, riducendone la capacità di crescita.

 

Cellule staminali neuronali

Le cellule staminali neurali sono responsabili della produzione di nuovi neuroni nel cervello adulto. Con l’età, le cellule staminali producono sempre meno cellule nervose e ciò può causare un deterioramento delle capacità cognitive del cervello.

Il team di ricerca internazionale ha confrontato l’attività genica delle staminali neurali di topi vecchi e giovani, identificando 254 geni la cui attività si altera nelle cellule vecchie. È stato osservato che, mentre per molti di questi geni l’attività si riduce, per il gene Dbx2 aumenta.

Invecchiamento del cervello: la ricerca

Siamo riusciti ad aumentare l’attività di Dbx2 nelle cellule staminali neurali giovani – spiega Giuseppe Lupo della Sapienza, primo autore dello studio – quindi ad accelerare alcuni aspetti del processo di invecchiamento. Ciò ha permesso di osservare in queste cellule l’acquisizione di caratteristiche simili a quelle delle cellule vecchie, in particolare un rallentamento della proliferazione.

La ricerca, diretta per la Sapienza da Emanuele Cacci e per il Babraham Institute da Peter Rugg-Gunn, potrebbe avere una forte ricaduta nell’ avanzamento delle conoscenze sui meccanismi del declino cognitivo durante l’invecchiamento.

Sviluppi futuri

Proveremo ora – conclude Lupo – a utilizzare la genetica e le cellule staminali neurali per far “tornare indietro” le cellule più vecchie affinché recuperino la capacità di crescita. I risultati ottenuti con le cellule staminali neurali di topo potrebbero in futuro essere applicati alle cellule staminali umane”.

Riferimenti:

Molecular profiling of aged neural progenitors identifies Dbx2 as a candidate regulator of age-associated neurogenic decline. – Giuseppe Lupo, Paola S. Nisi, Pilar Esteve, Yu-Lee Paul, Clara Lopes Novo, Ben Sidders, Muhammad A. Khan, Stefano Biagioni, Hai-Kun Liu,Paola Bovolenta, Emanuele Cacci, Peter J. Rugg-Gunn – Aging Cell First published: 5 March 2018 DOI: 10.1111/acel.12745