Tumore del pancreas: chemioterapia prima dell’intervento aumenta la sopravvivenza

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È il risultato di uno studio clinico indipendente tutto italiano coordinato dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.

Uno studio clinico tutto italiano, indipendente, coordinato dai medici e ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, una delle 18 strutture di eccellenza del Gruppo ospedaliero San Donato, ha dimostrato che la chemioterapia neoadiuvante – fatta prima dell’intervento di rimozione del tessuto malato – aumenta notevolmente la sopravvivenza dei pazienti operati per tumore del pancreas. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica The Lancet Gastroenterology & Hepatology.

Il tumore del pancreas

Il tumore del pancreas è considerato uno dei tumori più aggressivi e solo nel 20% dei casi può essere operato subito dopo la diagnosi. Questo perché spesso quando viene identificato presenta già metastasi o ramificazioni tumorali che ne impediscono l’asportazione radicale. Nei pazienti ritenuti operabili il trattamento standard finora era rappresentato dalla chirurgia seguita dalla chemioterapia. La ricerca appena pubblicata sulla rivista del gruppo Lancet ha messo in discussione questa pratica ed è la prima in assoluto a evidenziare in modo chiaro il ruolo della chemioterapia neoadiuvante nelle persone con adenocarcinoma del pancreas operabile.

Le considerazioni

“Sebbene la chirurgia sia un’arma molto efficace per il tumore al pancreas, la guarigione può essere compromessa dalla presenza di micrometastasi, cioè metastasi troppo piccole per essere evidenziate” spiega il dottor Gianpaolo Balzano, chirurgo del pancreas dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, che continua: “L’unico trattamento efficace per combattere le micrometastasi è la chemioterapia. Tuttavia, quando applichiamo il trattamento standard e operiamo il paziente l’inizio della chemioterapia viene posticipato di alcuni mesi per consentire al malato di riprendersi dall’intervento. Inoltre, molti pazienti non possono cominciarla affatto per possibili complicanze o difficoltà nella ripresa postoperatoria”.

Lo studio

I medici e ricercatori dell’Unità di Chirurgia del pancreas e dell’Unità di Oncologia medica hanno preso in esame 88 pazienti, divisi in tre gruppi. Le persone afferenti al primo e al secondo gruppo sono state operate subito per rimuovere il tumore e successivamente sottoposte a sei cicli di chemioterapia (il primo gruppo con un unico farmaco, cioè l’attuale terapia standard, e il secondo con un cocktail di quattro farmaci). Gli individui appartenenti al terzo gruppo, invece, sono stati sottoposti prima dell’intervento a tre cicli di chemioterapia neoadiuvante, con lo stesso cocktail di farmaci del secondo gruppo. A seguire sono stati operati e hanno completato il trattamento con altri tre cicli di chemioterapia. In quest’ultimo gruppo la sopravvivenza a cinque anni è risultata notevolmente maggiore: il doppio rispetto al secondo e addirittura il quadruplo rispetto al primo.

Avvio di una vera e propria rivoluzione

“Questo studio è l’avvio di una vera e propria rivoluzione nel trattamento del tumore del pancreas operabile” afferma il dottor Michele Reni, oncologo dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e primo autore della ricerca. “Nei pazienti trattati prima dell’intervento con il cocktail di farmaci abbiamo osservato una sopravvivenza a cinque anni del 49%. La percentuale scende al 24% nel gruppo che aveva ricevuto lo stesso cocktail chemioterapico dopo l’intervento e al 13% nei pazienti che avevano ricevuto il trattamento standard, cioè la chirurgia seguita da chemioterapia con un solo farmaco” conclude lo specialista.

Il lavoro è frutto di una ricerca indipendente resa possibile anche grazie al supporto di MyEverest Onlus. Questa è la dimostrazione di quanto le associazioni di pazienti possano giocare un ruolo determinante nel garantire il sostegno e l’indipendenza della ricerca scientifica” concludono Reni e Balzano.

Fonti:

IRCCS Ospedale San Raffaele

Safety and efficacy of preoperative or postoperative chemotherapy for resectable pancreatic adenocarcinoma (PACT-15): a randomised, open-label, phase 2–3 trial

Michele Reni1, Gianpaolo Balzano2, Silvia Zanon1, Alessandro Zerbi5, Lorenza Rimassa6, Renato Castoldi2, Domenico Pinelli7, Stefania Mosconi8, Claudio Doglioni3, 10, Marta Chiaravalli1, Chiara Pircher1, Paolo Giorgio Arcidiacono4, Valter Torri11, Paola Maggiora1, Domenica Ceraulo1, Massimo Falconi2, 9, Luca Gianni1

  1. Unità di Oncologia medica, IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano
  2. Unità di Chirurgia del pancreas, IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano
  3. Unità di Anatomia patologica, IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano
  4. Unità di Endoscopia bilio-pancreatica ed ecoendoscopia, IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano
  5. Unità operative di Chirurgia pancreatica, Humanitas university e Humanitas research hospital, Milano
  6. Unità operativa di Oncologia medica ed ematologia, Humanitas cancer center, Humanitas research hospital, Milano
  7. Dipartimento di chirurgia, Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo
  8. Dipartimento di Oncoematologia, Unità di Oncologia, Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo
  9. Unità di Chirurgia del pancreas, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano
  10. Unità di Anatomia patologica, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano
  11. Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, Milano