Cosa fa un ingegnere robotico ed hacker dopo che gli hanno diagnosticato un tumore al cervello? Cerca di hackerarlo… e ci riesce!
Questo libro racconta la storia vera di un uomo che è riuscito a tener accesa la sua genialità ed il suo coraggio anche dopo la diagnosi di tumore al cervello. Grazie alle sue capacità ha lanciato un input di aiuto a tutto il mondo della rete condividendo la sua cartella clinica. Quasi un milione di risposte spontanee, una geniale selezione e.. la cura! Leggere questo libro e conoscere la storia di Salvatore è come costruire dentro di sé un piccolo antivirus: il cancro non è un male incurabile!
Lo stesso Umberto Veronesi ha dichiarato riguardo a questa storia: «Salvatore Iaconesi va prima di tutto ringraziato. Il suo gesto di dare alla sua diagnosi di cancro la massima visibilità possibile, mettendo l’intero contenuto della sua cartella clinica su web, è una forma di lotta ai tabù che ostinatamente circondano questa malattia. Ancora non è scomparsa dalla nostra cultura l’idea che il cancro sia una maledizione, una iattura, una punizione divina o uno spettro che si potrebbe materializzare al solo pronunciare il suo nome. Non è raro che il tumore sia indicato come “il brutto male”. Salvatore invece ha chiamato la sua malattia con il proprio nome, dandone ogni dettaglio conosciuto, e in questo modo ha messo il cancro sul piano di qualsiasi altra grave malattia. Un’azione importante contro le sue rappresentazioni. È un cancro la mafia, l’inflazione, la crisi finanziaria: metafore che ancora esistono e inducono chi riceve una diagnosi di tumore, a negarla, a rimuoverla o a affrontarla con un’ansia che non giova all’adesione alla cura. Oppure a rinchiudersi nella solitudine e abbandonare la speranza, come qualcuno che non ha più nulla da dare alla comunità».
Grazie al suo coraggio e alla sua genialità Salvatore è riuscito a selezionare la strategia migliore per affrontare e sconfiggere il cancro ed oggi è ancora vivo e gira il mondo per il suo lavoro e per diffondere la sua incredibile esperienza
Ecco un passo del suo libro dove da un milione di suggerimenti incontra la soluzione.
«Dopo poco tempo il nostro percorso incrociò quello di Pier Mario Biava […] e la sorpresa fu immediata: Pier Mario era un hacker delle cellule. Da mondi completamente differenti, usando linguaggi e codici diversi, tentava di fare a livello biologico quello che noi tentavamo di fare con La Cura a livello sociale, culturale e biopolitico: riprogrammare il cancro e toglierlo dal suo isolamento. Scoprimmo una nuova possibile interpretazione del cancro come patologia estrema della comunicazione dell’organismo vivente: una perdita di “senso” in cui cellule incapaci di comunicare con il resto dell’organismo riescono solo a replicarsi, comportandosi come fossero “da sole”.
Il suo obiettivo non era bombardarle, eliminarle o trattarle come cellule “impazzite” ridotte a un’alterità inconciliabile, e quindi da alienare proprio come si fa con la malattia mentale. Voleva piuttosto comprenderle e consentire loro di ristabilire il dialogo interrotto con le altre cellule e l’organismo di cui sono parte, agendo al livello “di protocollo” sul codice epigenetico. La sua era una terapia informazionale basata sul pensiero della complessità, sulla teoria dei sistemi, sul rifiuto del riduzionismo e della violenza. O, tradotta nel nostro linguaggio, una gigantesca operazione di bio-revers engeneering in cui convivevano Basaglia, Bateson e Guattari. La percezione di questo legame fu uno stimolo preciso e urgente: dovevamo incontrarlo».
Guarda QUI la pagina TED dedicata a Salvatore Iaconesi
Redazione
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