Sindrome della morte in culla: dormire con i genitori va bene, ma non nel lettone

1371
Tempo di lettura: 2 minuti

A dirlo sono i pediatri americani, che con la pubblicazione di nuove linee guida sulla prevenzione della Sids spiegano che il rischio di morte si dimezzerebbe, rendendo il sonno dei neonati più sicuro. 

I neonati dovrebbero dormire nella stessa camera dei genitori per un periodo minimo di sei mesi, ma ancora meglio per un anno, per ridurre al minimo il rischio di decessi legati al sonno (Sids, sindrome della morte in culla). Attenzione però, non nello stesso letto, ma in una culla accanto ai genitori. Lo raccomandano i pediatri americani dell’American Academy of Pediatrics, che dopo anni di studi hanno aggiornato le linee guida per prevenire il rischio di morte nel sonno dei bambini appena nati, pubblicando un rapporto su Pediatrics e analizzando i dati sui decessi legati al sonno di quasi 12.000 neonati.

«Sappiamo che i genitori possono essere sopraffatti da un neonato in casa e vogliamo aiutarli con chiari e semplici indicazioni su come e dove metterlo a dormire- dice Rachel Moon autrice principale del rapporto – I genitori non dovrebbero mai lasciare il bambino a dormire su un divano o una poltrona, o un puff, anche se dorme con un’altra persona. Sappiamo che queste superfici sono estremamente pericolose». 

Dividere la camera da letto con i neonati, ma non il letto

Nonostante la le morti improvvise siano diminuite, negli Stati Uniti la Sids rimane una delle principali cause di mortalità infantile, dopo il primo mese di vita e nei bambini nati sani, arrivando ad uccidere fino a 3500 bambini ogni anno.

«La maggior parte delle morti improvvise legate al sonno si verificano quando i bambini dormono a pancia in giù, o con materassi e cuscini troppo morbidi, o quando condividono il letto con i genitori» ha spiegato Fern Hauck, uno dei ricercatori dell’American Academy of Pediatrics.

Dallo studio emerge quindi che i genitori che condividono la camera con il loro bambino vedono ridurre il rischio di Sids del 50%. Dormire nella stessa stanza infatti permette di monitorare meglio il sonno del bambino, senza doversi continuamente alzare, inoltre la vicinanza con la mamma favorisce l’allattamento al seno, che dicono i pediatri sia un ulteriore elemento di protezione capace di ridurre il rischio di Sids del 70%.

Cosa fare per ridurre il rischio?

«Vogliamo condividere queste informazioni non per spaventare i genitori – spiega Moon – ma per aiutare a spiegare i rischi reali che un ambiente poco sicuro per il sonno può comportare. Sappiamo che possiamo mantenere un bambino più al sicuro senza spendere molti soldi nei monitor e in altri gadget ma con semplici misure precauzionali». 

Eccone alcune:

  1. Posizionare i piccoli sulla schiena su una superficie stabile come quella di una culla o di un lettino con un lenzuolo ben ancorato al materasso
  2. Limitare al minimo la comprensenza del bambino nel lettone durante il sonno e con altre persone
  3. Evitare i cuscini soffici e in generale tutto ciò che è troppo morbido (paraurti, coperte, giocattoli, ecc.)
  4. La culla del bambino deve essere aperta e posizionata in un ambiente con una temperatura adeguata e sufficiente ricambio di ossigeno
  5. Preferire l’allattamento al seno almeno per i primi sei mesi di vita
  6. Evitare di affidarsi a dispositivi elettronici per monitorare il sonno del neonato
  7. Promuovere l’uso del ciuccio durante il riposino e la notte

Per ulteriori informazioni si consiglia di visitare il sito dell’American Academy of Pediatrics

Fonti:
www.aap.org
AAP TASK FORCE ON SUDDEN INFANT DEATH SYNDROME. SIDS and Other Sleep-Related Infant Deaths: Updated 2016 Recommendations for a Safe Infant Sleeping Environment. Pediatrics. 2016;138(5):e20162938