Sport therapy, la medicina è sempre più personalizzata

311
sport
Tempo di lettura: 3 minuti

Svolgere una attività sportiva personalizzata con regolarità migliora la qualità di vita dei pazienti leucemici dal punto di vista fisico e psicologico.

Sono i risultati del progetto Sport Therapy realizzato per i piccoli pazienti del Centro Maria Letizia Verga anche grazie alla collaborazione dei medici dello sport dell’Università di Milano-Bicocca.

Contribuire a migliorare la qualità di vita dei piccoli pazienti attraverso degli allenamenti calibrati. È quello che fa il progetto di ricerca Sport Therapy per i malati di leucemia ospiti del Centro Maria Letizia Verga di Monza.

Il progetto

Il progetto, partito sei mesi fa anche grazie alla collaborazione dei medici dello sport dell’Università di Milano-Bicocca, prevede uno speciale programma di allenamento e riabilitazione motoria studiato ad hoc per bambini e ragazzi in terapia oncologica. Importanti i numeri raggiunti: 47 partecipanti per oltre 500 sessioni di allenamento.

Cosa hanno svolto gli ospiti del Centro?

Gli ospiti del Centro sono stati divisi in gruppi a seconda dell’età e della fragilità fisica per un allenamento su misura: 19 di loro hanno svolto più del 70 per cento degli allenamenti, tre volte la settimana, per un totale di 386 sedute; cinque partecipanti del gruppo “fragili” sono stati impegnati in 24 allenamenti; nove partecipanti del gruppo “piccini” – dai tre ai sette anni – hanno svolto 54 sedute di attività ludica-motoria e/o trattamento osteopatico. Infine, dieci partecipanti del gruppo “trapiantati” si sono allenati in reparto, in camera con kit di attrezzi dedicati.

Cosa hanno portato questi allenamenti?

Allenamenti che hanno portato al miglioramento della capacità aerobica, alla riduzione del tempo necessario per salire e scendere le scale, all’aumento della forza degli arti inferiori e superiori e al miglioramento di motricità e tempi di reazione. Il miglioramento è stato inoltre verificato anche sulla qualità di vita ed è apparso migliorato, sia grazie ai progressi fisici che psicologici. Inoltre si è potuto constatare un miglioramento delle relazioni interpersonali.

Le attività di allenamento vengono svolte in una vera e propria palestra sportiva e in un giardino d’inverno dotati di attrezzi che vengono utilizzati dagli scienziati motori per svolgere le valutazioni funzionali e gli esercizi personalizzati.

La struttura per la riabilitazione motoria è stata realizzata grazie al sostegno di Trenta Ore per la Vita nell’ambito del Progetto Home 2016 con l’obiettivo di garantire ai bambini e agli adolescenti malati di tumore il miglioramento della qualità della vita.

Qual è il prossimo step?

Il prossimo step del progetto Sport therapy è l’ampliamento della partecipazione anche ai pazienti in attesa di trapianto, che verranno seguiti prima e dopo l’intervento. Inoltre, verrà rafforzato il legame con il territorio attraverso la collaborazione con associazioni e società sportive locali per aiutare i pazienti a riprendere una vita normale. Verranno inoltre introdotti 3 gesti tecnici: golf, arrampicata sportiva e calcio.

  Le considerazioni

«Il progetto di ricerca Sport Therapy – dice Francesca Lanfranconi, ricercatrice di Fisiologia presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia di Milano-Bicocca –  ha concluso dunque il suo primissimo quadrimestre di attività a luglio 2017. Il tempo è volato e l’impegno dei piccoli pazienti e delle loro famiglie è stato eccezionale. Abbiamo analizzato i dati, tantissimi, dei test di valutazione funzionale che i nostri bambini e ragazzi hanno svolto ad aprile e poi hanno ripetuto dopo 3 mesi di durissimo allenamento. I primi risultati hanno mostrato che questo allenamento migliora la tolleranza all’esercizio e la qualità della vita. Scriveremo dunque degli articoli scientifici da condividere con i colleghi di tutto il mondo, così che anche altri centri di emato-oncologia pediatrica metteranno lo Sport tra le terapie necessarie a migliorare la salute dei bambini in ospedale».

«Dobbiamo esser tutti orgogliosi del successo del progetto Sport Therapy. Sognavo da tanto tempo la possibilità di poter offrire ai nostri bambini e adolescenti in cura preso il Centro Maria Letizia Verga per la cura delle leucemie, linfomi e malattie ematologiche, un’attività motoria guidata – aggiunge Andrea Biondi, medico pediatra e prorettore all’internazionalizzazione di Milano-Bicocca – È dimostrato da diversi studi l’importanza di tale attività non solo per il benessere psico-fisico durante il trattamento, ma anche per il pieno recupero al termine delle cure. Quando poi penso che l’iniziativa è nata dal magico incontro tra Francesca Lanfranconi e un nostro “guarito” oggi laureando in scienze motorie, la soddisfazione è ancora più grande!».

Il Comitato Maria Letizia Verga

Molto è cambiato dal 1979, anno della fondazione del Comitato Maria Letizia Verga, ad oggi. Soprattutto, la percentuale di guarigione dei pazienti è passata dal 30 all’ 85 per cento e promette di arrivare presto a colmare il 15 per cento mancante, grazie all’impegno di medici, operatori sanitari e volontari che ogni giorno lavorano insieme a genitori e a bambini e adolescenti affetti da leucemie e linfomi.

Il Comitato Maria Letizia Verga venne fondato da Giovanni Verga e prende il nome dalla figlia che morì a quattro anni di leucemia. Come missione ha lo studio e la cura della leucemia del bambino a 360 gradi: dalla ricerca all’assistenza medico e psico-sociale, scopo che ora si arricchisce e completa grazie al progetto Sport Therapy.

Fonti:

Comitato Maria Letizia Verga 

http://www.old.unimib.it/open/news/Sport-therapy-la-medicina-e-sempre-piu-personalizzata/2130813481441876873