Secondo rilievi epidemiologici attuali la Sindrome di Gilles de la Tourette, cioè la malattia dei tic multipli e complessi, colpisce una persona su duemila, con un rapporto 4 a 1 dei maschi in più rispetto alle femmine e una frequenza assai maggiore in età scolastica.
Ormai molte sono le evidenze scientifiche che permettono di inquadrare questa malattia non più in ambito psichiatrico, bensì neurologico, essendo emerse anche importanti implicazioni immunologiche. E questo aspetto costituisce, per certi versi, un autentico sconvolgimento del panorama medico “tradizionale”: che dunque vede modernamente inquadrata la Sindrome di Gilles de la Tourette tra le malattie aventi una base organica, pur possedendo alcuni aspetti ‘gestionali’ di competenza psichiatrica.
Da ultimo va ricordato come essa costituisca un quadro di confine con gli stati di disattenzione/ipermotricità dell’infanzia, assieme alle sindromi ossessivo-compulsive, e i quadri di tic “semplici”.
- Finalistici: comportamenti di fatto compulsivi cioè gesti che il soggetto “sente” di dover compiere per raggiungere un determinato scopo (in genere ‘vietato’ : spingere, stringere, toccare al-volo qualcuno/qualcosa)
- TIC vocali semplici: colpi di tosse ‘a vuoto’, emissione di versi gutturali etc
- TIC vocali complessi: sbraitamenti e enunciazioni immotivate di frasi più o meno compiute, assai spesso a contenuto osceno (copro-porno-lalia)
La messa a punto di questa classificazione fa cenno anche dei tic “compulsivi”, che nascerebbero in risposta a sensazioni abnormi capaci di “spingere” irrefrenabilmente il paziente di “Tourette” a compiere quei movimenti ovvero ad emettere quei suoni o parole. Il punto di partenza sarebbe dunque un “bisogno” che nasce all’interno del soggetto che “non ha pace” finché compia quel gesto o dica quella frase.
Sergio Angeletti
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