La santa emicranica: cefalee paradisiache

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cefalea
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Il 17 settembre si celebra – assieme principalmente alle ‘Stimate di San Francesco’ – Sant’Ildegarda (1098-1179), badessa benedettina e patrona di Bingen sul Rupertsberg.

Nata lì in Germania nel castello di Bockelheim a Kreuznach, è ritenuta la prima mistica tedesca, a suo tempo chiamata “la sibilla del Reno” per le sue capacità profetiche: nota (non poi tanto…) oltre che agli agiografi ai dotti per le sue poesie e musiche, agli storici della Medicina per essersi rivelata cefalalgica/emicranica e aver pure lasciato ricette per potersene curare.

Le descrizioni da lei lasciate delle visioni che le apparivano in occasione dei suoi periodici atroci attacchi di emicrania sono stati analizzati e interpretati in chiave scientifica moderna anche dal famoso ‘risvegliante’ neurologo Oliver Sachs.

Ildegarda descrive: «La luce che vedo, pur rifulgente più del Sole, non ha un punto preciso: né riesco a valutarne l’altezza né la distanza né l’ampiezza, e la chiamo il ‘il nembo della Luce vivente‘, dentro cui talora un’altra m’appare e la chiamo ‘la Luce vivente stessa’»…..«Le mie visioni non l’ho avute né in sonno né in sogno, né nella follia, né coi miei occhi e orecchie carnali, né in luoghi appartati, ma ben sveglia, con gli occhi dell’anima …».
Nel caso più esplicativo: «Vidi una grande stella, quanto nessun’altra mai meravigliosamente risplendente e ad essa assieme una moltitudine straordinaria di stelle cadenti… e d’improvviso vennero tutte annientate, ridotte in neri carboni…».

Sachs commenta: «Ildegarda ha visto uno sciame di fosfeni attraversare il suo campo visivo, seguito da uno scotoma negativo» e trae poi la considerazione «ecco come un evento fisiologico e banale all’occasione d’una esecrabile patologia, altrimenti insignificante per la gran parte della gente, possa in una coscienza privilegiata il substrato d’un’ispirazione estatica suprema».

Ildegarda ci ha trovato ispirazione per la sua santità operosa e, fra le tante prescrizioni: «…se duole il cervello, si prenda malva e il doppio di salvia, le si pesti in un mortaio…con po’ d’olio d’oliva… poi si stenda dalla fronte alla nuca, legandovi sopra un panno. Si faccia questo per tre giorni…».

Provare & pregare per credere in Sant’Ildegarda di Bingen.

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Sergio Angeletti

Presidente vicario dell'ASMI­ - Associazione Stampa Medica Italiana nell'FNSI­ - Federazione Nazionale Stampa Italiana. Maggiori info sul nostro collaboratore