I ricercatori del San Raffaele scoprono uno dei principali meccanismi per cui le staminali cerebrali riducono l’infiammazione causata dalla sclerosi multipla: il rilascio di una proteina poco nota.
Questo è il risultato che è emerso dalla ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista The Journal of Clinical Investigation ed effettuato dai ricercatori e i medici dell’IRCCS Ospedale San Raffaele coordinati dal professor Gianvito Martino, capo dell’Unità di Neuroimmunologia e direttore scientifico dell’Istituto.
I ricercatori e i medici dell’IRCCS Ospedale San Raffaele hanno avviato il primo studio clinico al mondo per il trattamento della sclerosi multipla progressiva con infusione di cellule staminali del cervello (STEMS) .
Mentre lo studio, finalizzato a valutare la sola sicurezza del trattamento, procede senza complicazioni (il primo gruppo di 3 pazienti è già stato trapiantato), i ricercatori dell’Unità di Neuroimmunologia del San Raffaele svelano inoltre in laboratorio l’ingrediente alla base dell’efficacia delle staminali del cervello.
La scoperta
Le cellule staminali, una volta infuse, riducono l’infiammazione nel cervello dovuta alla malattia attraverso il rilascio di una proteina poco conosciuta, il TGF-β2, che è appunto in grado di interferire con l’attivazione aberrante del sistema immunitario tipica della malattia.
Primo studio clinico per testare il trapianto delle cellule staminali neurali
L’efficacia del trapianto di cellule staminali neurali nei topi affetti da EAE, cioè il il modello sperimentale di sclerosi multipla, è già nota dai primi anni 2000, grazie alla scoperta del gruppo di Gianvito Martino. Quest’anno è arrivata al banco di prova sull’uomo, con l’avvio presso l’Ospedale San Raffaele del primo studio clinico per testare la sicurezza dell’infusione delle staminali del cervello in pazienti con sclerosi multipla progressiva. La strategia adottata dalle cellule staminali per combattere l’infiammazione del sistema nervoso è però ancora poco chiara: comprenderla può migliorare il loro utilizzo e potenzialmente aprire la strada a nuove terapie.
Individuata la proteina con un ruolo fondamentale per l’azione terapeutica
Lo studio appena pubblicato individua una proteina poco conosciuta, chiamata TGF-β2, rilasciata dalle staminali e capace di modificare il comportamento di alcune cellule del sistema immunitario da pro- ad anti-infiammatorio. La trasformazione indotta in queste cellule è fondamentale, perché nella sclerosi multipla sono loro ad attivare i linfociti T, diretti responsabili del danno cerebrale. In sostanza, tramite TGF-β2, le cellule staminali interferiscono nella catena di comando che porta all’aggressione del tessuto nervoso.
Le considerazioni
“L’azione delle cellule staminali è indotta dai segnali rilasciati dal tessuto danneggiato in cui vengono trapiantate ed è dovuta al rilascio di varie molecole tra cui quella da noi identificata: le staminali sono paragonabili a cavalli di Troia che rilasciano le giuste molecole nella giusta quantità a seconda di dove si trovano e del tipo di danno che devono affrontare”, spiega Gianvito Martino. “Nello studio dimostriamo tuttavia che TGF-β2 ha un ruolo fondamentale e necessario: senza di lei tutta l’azione terapeutica sarebbe certo indebolita”.
Le conclusioni ed il futuro
Conclude Martino: “Mentre stiamo verificando la sicurezza della terapia con cellule staminali nelle persone con sclerosi multipla, dobbiamo continuare lo studio in laboratorio per poter sfruttare al meglio il loro potenziale curativo”.
Fonti:
Martino G. et all., Neural precursor cell–secreted TGF-β2 redirects inflammatory monocyte-derived cells in CNS autoimmunity – The Journal of Clinical Investigation – 2017.
www.hsr.it.
Redazione
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