Per la prima volta i medici possono determinare quale farmaco abbia più probabilità di aiutare un paziente a superare la depressione.
Questo è ciò che emerge secondo la nuova ricerca pubblicata sulla rivista Psychoneuroendocrinology.
L’esame del sangue
Un esame del sangue potrebbe infatti misurare il livello di una determinata proteina, fornendo in questo modo uno strumento immediato per i medici che fino ad oggi si sono affidati fortemente ai questionari compilati dai pazienti per scegliere un trattamento. Questo è ciò che ha dichiarato il dottor Madhukar Trivedi, che ha condotto la ricerca presso il Centro di Depressione Southwestern Medical Center dell’Università del Texas.
Le considerazioni
“Attualmente, la nostra selezione di farmaci per la depressione assomiglia al lancio di una moneta, eppure questo è ciò che facciamo. Ma ora abbiamo una spiegazione biologica per guidare il trattamento della depressione” aggiunge Trivedi.
La proteina C-reattiva
Lo studio ha dimostrato che la misurazione dei livelli di proteina C-reattiva (CRP) di un paziente, attraverso un semplice esame del sangue, può aiutare i medici a prescrivere un farmaco che possa avere più probabilità di efficacia. Utilizzando questo test nelle visite cliniche potrebbe aumentare in modo notevole il tasso di successo dei pazienti depressi che solitamente lottano per trovare trattamenti efficaci.
Lo studio precedente
Un importante studio che Trivedi ha condotto più di un decennio fa ha mostrato il centro del problema: fino ad un terzo dei pazienti depressi non migliora la sua situazione durante la somministrazione del loro primo farmaco e circa il 40% delle persone che cominciano ad assumere antidepressivi smettere di prenderli entro tre mesi.
Perché accade?
“Questo risultato accade perché si rinuncia”, ha detto il dottor Trivedi, il cui precedente studio nazionale aveva stabilito delle linee guida di trattamento per i pazienti depressi. “Perdere la speranza è il sintomo centrale della malattia. Tuttavia, se la scelta del trattamento è legata a un esame del sangue che porta a migliorare i risultati, i pazienti hanno maggiori probabilità di continuare il trattamento e di ottenere il beneficio“.
La nuova ricerca
La nuova ricerca ha misurato i tassi di remissione in oltre 100 pazienti depressi ai quali sono stati prescritti due farmaci. I ricercatori hanno trovato una forte correlazione tra i livelli di Proteina C reattiva alta (CRP) e l’efficacia del regime farmacologico adottato.
I risultati
Per i pazienti in cui i livelli di CRP erano inferiori al milligrammo per litro, l’assunzione di un farmaco si è rivelata più efficace, con il 57% di tasso di remissione rispetto a meno del 30% dell’altro
Per i pazienti con elevati livelli di CRP, la prescrizione di entrambi i farmaci ha dimostrato una probabilità più alta di efficacia, con un tasso di remissione del 51%, rispetto al 33% dell’assunzione di un solo.
Le considerazioni
“I risultati forniscono la prova che un test biologico possa essere utilizzato immediatamente nella pratica clinica“, ha detto Trivedi.
È stato identificato il CRP come un potenziale marcatore per i trattamenti della depressione, perché aveva permesso di identificare efficacemente infiammazioni legate ad altri disturbi come le malattie cardiovascolari e il diabete.
Nel futuro
Il passo successivo è condurre studi più ampi per verificare il ruolo del CRP con altri antidepressivi e trovare marcatori alternativi nel caso in cui CRP non si dimostri efficace. Il dottor Trivedi ha affermato che questi studi potrebbero portare a ulteriori prove biologiche utili che possono essere utilizzate in pratica.
Fonti:
Can C-reactive protein inform antidepressant medication selection in depressed outpatients? Findings from the CO-MED trial. Psychoneuroendocrinology, 2017.
Redazione
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