Disabilità: lo sport è uno strumento di crescita, prevenzione e integrazione

919
sport
Tempo di lettura: 3 minuti

Il movimento è una necessità fisiologica per tutti, soprattutto per i bambini e gli adolescenti, compresi coloro che sono affetti da malattie croniche e disabilità.

L’attività fisico-sportiva e ludico-motoria è infatti una parte importante per il loro processo di crescita ed evoluzione psicofisica, ed è anche uno strumento di inclusione e integrazione tra diverse razze, religioni e culture.

Il provider ECM 2506 Sanità in-Formazione ed il professor Francesco Maria Manozzi, medico delle Federazioni Sportive Nazionali CONI e CIP e docente universitario nella materia specifica, propongono dunque un vademecum che possa esser d’aiuto a pediatri, medici e genitori, con l’obiettivo di individuare l’attività fisica più adatta in base alle caratteristiche individuali del giovane ed al tipo di patologia e/o disabilità.

Disabilità motorie: l’acqua è una valida alleata

Per quanto riguarda i disabili fisici, le principali discipline sportive praticate ai fini della riabilitazione motoria sono: atletica, tiro con l’arco, scherma, tennis e tennis da tavolo, basket e nuoto.

Soprattutto quest’ultimo è utilizzato come metodica riabilitativa per molte disabilità motorie, arricchito anche della componente competitiva. L’acqua infatti si sostituisce agli ausili nello svolgere funzione di sostegno per il bambino che potrà sperimentare nuovamente la completa libertà di movimento del proprio corpo e il piacere derivante dal rilassamento anche degli spasmi e delle contrazioni, con conseguente rafforzamento dell’autonomia negli spostamenti.

Sindrome di Down: ginnastica, nuoto e pallavolo tra gli sport consigliati

Per i bambini e i ragazzi affetti da sindrome di Down l’esercizio fisico, abbinato ad una corretta alimentazione, contribuisce raggiungere e a mantenere un giusto rapporto tra il peso e la statura, riducendo il rischio di sovrappeso od obesità e la conseguente possibilità di sviluppare in futuro arteriosclerosi e conseguenti malattie cardiovascolari.

Grazie allo sport le masse muscolari allenate diventano più forti e anche la postura assume un assetto corretto.

Tra gli sport consigliati si ricordano:

  • la ginnastica, in quanto sviluppa in modo simmetrico tutta la muscolatura corporea e aumenta l’agilità e la destrezza nei bambini;
  • il nuoto, perché in acqua la forza di gravità è ridotta e nuotando si possono correggere le posizioni errate causa di scoliosi o altre patologie scheletriche;
  • la pallavolo, che migliora le capacità anaerobiche, la velocità, la potenza muscolare e la coordinazione motoria.

Prima di praticare qualunque attività fisico motoria è necessario che i bambini con sindrome di Down, oltre alla necessaria visita medico sportiva, effettuino una radiografia del rachide cervicale ed un approfondimento ecocardiografico. Per quanti di loro vorranno affrontare la pratica agonistica va inoltre eseguito un test intellettivo (QI) che dovrà risultare superiore a settanta.  

Ragazzi asmatici: sì agli sport in acqua

I bambini e i ragazzi asmatici devono svolgere attività sportiva, soprattutto in ambienti non inquinati e con basso indice di polveri, acari e muffa. Sono preferibili gli sport in acqua quali nuoto, pallanuoto, sincro ed anche subacquea. L’attività fisico sportiva migliora le condizioni cardiorespiratorie, aumenta la capacità di lavoro ed il tono trofismo muscolare, nonché riduce i livelli di ansia indotti dalla malattia. Da evitare solo sport estremi in quanto risulta difficile prestare soccorso.

Diabetici: gli sport di gruppo sono un punto chiave della terapia

Lo svolgimento di un’attività fisica regolare è uno dei punti chiave della terapia del paziente diabetico in età evolutiva. Numerosi studi hanno infatti dimostrato come il movimento induca un aumento dell’effetto ipoglicemizzante dell’insulina; un regolare esercizio fisico offre inoltre benefici effetti sulle condizioni generali del ragazzo diabetico e costituisce un importante momento di socializzazione, un miglioramento dell’autostima e una riduzione del peso psicologico della malattia stessa. Il ragazzo diabetico, seguito dal medico, può quindi praticare qualsiasi tipo di sport, evitando solo quelli più solitari ed estremi come l’alpinismo, l’automobilismo o gli sport subacquei, per il rischio che un’eventuale ipoglicemia possa insorgere in determinati contesti.

Il ruolo del medico specialista è fondamentale

Nella scelta dell’attività fisico motoria e della disciplina sportiva rimane determinante il ruolo del medico specialista in medicina dello sport, con il quale la stessa va concordata e regolata nella prescrizione. Va ricordato infatti che la pratica sportiva va adattata al singolo individuo e prescritta in dosi corrette come una terapia (sport terapia). Come tale non deve essere ne sotto ne sovra dosata.

È quindi fondamentale che pediatri e medici abbiano nozioni e conoscenze specifiche della materia per evitare spiacevoli problematiche.

 

Fonte:

Sanità in-Formazione